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La Gazzetta dello Sport

Roma: nomi e stipendi top, gioco e mercato flop. Il quarto posto sembra già un sogno

Roma: nomi e stipendi top, gioco e mercato flop. Il quarto posto sembra già un sogno - immagine 1
La proprietà è molto delusa e frustrata per i risultati fin qui ottenuti dalla squadra
Redazione

Ieri hanno accolto la squadra con la faccia triste di chi capisce che la forbice tra parole e fatti si sta malinconicamente allargando, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Parliamo della famiglia Friedkin, che si aggirava a Trigoria, passando da un colloquio con i dirigenti a uno con l’allenatore. "Vertici", sintetizzano spesso i media. E il messaggio finale che fanno filtrare è inequivocabile: la proprietà è molto delusa e frustrata per i risultati fin qui ottenuti dalla Roma. Considerano la classifica inferiore alla qualità della rosa e ribadiscono che l’obiettivo minimo della stagione è la qualificazione in Champions. Morale: il 16° posto è un

I 14 infortuni muscolari subiti dai giallorossi sono decisamente troppi. Mourinho dice che in rosa ha tanti giocatori con una fragilità nota o dovuta all’età (Sanches, Llorente. Smalling, Spinazzola, Aouar, Azmoun, Dybala), ma dall’entourage del gruppo filtra insoddisfazione per la blanda preparazione. Molti paiono giocare con la paura addosso e in generale la squadra si muove a livello di intensità non consoni. Nel sistema di gioco Mou aveva cominciato cercando maggiore manovre. Con l’arrivo di Lukaku si è tornati al lancio lungo per l’attaccante che deve andare in profondità oppure far salire la squadra.

Il monte ingaggi della rosa è sicuramente da zona Champions. Non basta. Occorre tenere conto che ormai la parte fissa degli stipendi è incrementata da quella variabile, che può essere legata a obiettivi di squadra (trofei, qualificazioni alle coppe, passaggi di turno) oppure individuali (presenze o gol segnati).

Sul fronte mercato, se si esclude il gran colpo di Lukaku, il lavoro finora è apparso deludente. Ndicka sta facendo rimpiangere Ibanez, mentre Kristensen non pare meglio di Karsdorp. Anche Llorente – che ora rischia due settimane di stop per infortunio – annaspa. E se Sanches è una “spoon river” di rimpianti causa infortuni, anche Aouar e Azmoun non brillano, così come Paredes, un “mondiale” che nel suo ruolo è sovrastato da Cristante.

 

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