Il mantra del gioco di squadra, sulla carta, è l’esaltazione dell’idea collettiva. Tutto vero, naturalmente, però il fascino dei duelli, di quegli uno contro uno che possono decidere la partita, resta ancora intramontabile. Reparto per reparto, anche il match tra Roma e Milan alimenta il gusto della sfida di stasera, che proviamo a raccontare attraverso sei protagonisti chiave, scrivono Massimo Cecchini e Marco Fallisi su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
Roma-Milan, duelli d’alta quota: da Smalling a Giroud, ecco dove si decide la sfida
Non nascondiamolo: il campionato di Chris Smalling non è cominciato nel migliore dei modi. Le prime due partite lo hanno messo in vetrina per due uno contro uno – con Candreva e Ngonge – in cui non ha brillato. Adesso l’asticella sembra alzarsi ulteriormente, ma il difensore inglese di sicuro non vorrebbe perdere la sfida virtuale con il connazionale Tomori, che si pone a difesa di una squadra in apparenza più avanti nella condizione. Ma pur se alle soglie dei 34 anni (a novembre), vai a dare per morto un vecchio leone come il giallorosso, che tra l’altro ha da poco firmato un rinnovo biennale. Perciò, oltre a tentare di fermare Giroud, al solito andrà a cercare gloria anche in attacco. L’avvio è stato un’altalena: maluccio a Bologna, bene col Toro. Belotti, e magari Lukaku — contro il quale ha esordito in rossonero nel 2021 — sono il suo crash test.
In attesa che Lukaku mostri tutto il suo talento, non è un mistero che tra i tanti volti nuovi della Roma quello che finora ha convinto di più è Houssem Aouar. Il franco-algerino ex Lione si è inserito subito negli schemi di Mourinho, mostrando giocate di classe e riuscendo ad andare anche in gol. Per questo stasera potrebbe essere uno dei protagonisti, sdoppiandosi fra la mediana e la trequarti, in alternanza con capitan Pellegrini. Se sarà davvero una Roma assai cauta in partenza per non lasciare spazio alle accelerazioni in campo aperto dei rossoneri, Aouar può essere un’arma decisiva. Dall’altra parte chiavi in mano a Reijnders, perché l’olandese è la sintesi di tutto quello che Pioli chiede al suo centrocampo: movimento, aggressività, incursioni. E
Strana la vita. Andrea Belotti e Oliver Giroud sono partiti alla grande nonostante i fantasmi alle loro spalle. Se per il francese quello di Taremi è svanito, per l’italiano di spettri se ne sono materializzati due: Azmoun e soprattutto Lukaku. Comprensibile, visto che lo scorso anno l’ex granata era rimasto malinconicamente a quota zero gol. La voglia di rivincita del Gallo, però, si è materializzata subito in una doppietta alla prima giornata contro la Salernitana e con una buona anche a Verona. Insomma, anche contro il Milan Belotti offre tutte le garanzie possibili.
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