C’è la realtà, la percezione della realtà e il modo di comunicare entrambe, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Su quest’ultimo fronte - se gli interlocutori sono i propri tifosi - la Roma è da scudetto, visto che domenica sera – dopo il ko contro l’Inter – parlare dell’arbitro e della collocazione del match è stato geniale. Stavolta però, tranne che per i fedeli di stretta osservanza, ha avuto un risultato contenuto, ma solo perché i numeri del match contro l’Inter sono apparsi impietosi. Basti pensare che era dal 2004-05 che i giallorossi non concludevano per la prima volta verso la porta solo al minuto 20 della ripresa.
La Gazzetta dello Sport
Roma, Lukaku e poi? Da Paredes a Sanches, il mercato non fa volare
Davvero è tutta colpa delle assenze? Certo, Smalling, Spinazzola, Sanches, Pellegrini e Dybala pesano, ma esaminiamo tre match casalinghi dell’Inter conclusi con una vittoria (Monza), una sconfitta (Sassuolo) e un pari (Bologna). Nel primo caso gli avversari hanno tirato in porta 12 volte, nel secondo 13, nel terzo 8. Del mercato estivo l’unico indisponibile a Milano era solo Sanches, mentre Kristensen, Ndicka, Paredes, Aouar, Azmoun e Lukaku avevano la possibilità di giocare. Infatti, con minutaggi diversi, lo hanno fatto tutti. Il problema è che, se si eccettua Big Rom – colpo tanto eccezionale quanto frutto di coincidenze straordinarie – il resto degli arrivi non ha fornito finora la qualità o la continuità richiesta.
Vero che, con l’eccezione di Paredes, tutti sono arrivati a parametro zero o in prestito, ma l’obiettivo della zona Champions per ora non è prossimo. La domanda allora, al netto degli ovvi progressi chiesti nel gioco e nella preparazione – perché gli infortuni non possono essere addebitabili solo alla sfortuna – la rosa è all’altezza delle aspettative? Kristensen per ora non è meglio di Karsdorp, Ndicka ha buone potenzialità ma è ancora in fase di apprendistato, Aouar – a detta dello stesso allenatore – ancora non ha capito il calcio italiano Azmoun è adesso in coda nelle rotazioni delle punte, che comunque ha tre centravanti (troppi?), mentre Paredes, campione del Mondo, sembra proseguire il trend in discesa delle ultime stagioni nel Psg e nella Juve, tenendo conto che costringe Cristante a giocare in una posizione meno gradita. E Sanches? Potenzialmente è forte, ma se si pensa che in carriera ha accusato oltre venti infortuni, restando fuori in totale per quasi due stagioni, i suoi stop non possono sorprendere. E a Trigoria poi si dice: possibile che, fra i cinque esterni difensivi non ci sia neppure un mancino? Sarebbe stata una lacuna da colmare.
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