Proprio ieri, ai microfoni di Roma Radio , Leandro Cufré ha detto che il ricordo più bello della sua permanenza a Roma è stato «il record delle 11 vittorie di fila con Spalletti». Non c’era mai riuscito nessuno, prima, e quella striscia nella stagione 2005-2006 ebbe un sapore speciale perché alla decima vittoria ci fu l’infortunio di Totti. Inevitabile, quindi la dedica per lui la partita successiva, quel derby firmato Taddei e Aquilani, che lui seguì con le stampelle a bordo campo.
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Roma, l’ottava meraviglia ti aspetta
Centrare l’ottavo successo di fila all’Olimpico significherebbe, per Garcia, mettersi al pari di Ranieri (2010-2011), e Capello (1999-2000). Ma il tricolore è arrivato, quando la squadra allenata da Liedholm (1982-1983) arrivò a 10
Per Castan e per il City Anche stavolta, se la Roma dovesse battere il Sassuolo, la dedica è già pronta, anche se Castan non sarà allo stadio ma in clinica. Poco importa, per una squadra che vuole vincere per se stessa, per il brasiliano e anche perché, dopo settimane complicate tra il doppio k.o. col Bayern, gli infortuni e il pari col Cska, vincere vorrebbe dire arrivare allo scontro diretto col City col morale alle stelle. E anche con gli stessi punti, 34, di un anno fa. Non sarebbe poco, anzi, tantissimo, visto che quest’anno la Roma ha già giocato 5 gare in più di Champions ed è andata su campi difficili come Torino (Juve), Genova (Samp) e Napoli.
Come Capello Non solo: centrare l’ottavo successo di fila all’Olimpico significherebbe, per Garcia, mettersi al pari di Ranieri (2010-2011), e Capello (1999 - 2000). In tutti e due i casi, e lo scaramantico Garcia magari lo noterà, lo scudetto non è arrivato. Non è arrivato neanche nel 2009-2010, nel 2006-2007, nel 1929-1930 e nel 1930-1931, quando le vittorie casalinghe di fila furono 9. Il tricolore, invece, è arrivato nel 1982-1983, quando la squadra allenata da Liedholm arrivò a 10.
Tra la seconda e la ventiduesima giornata la formazione che a fine stagione avrebbe vinto lo scudetto riuscì a battere sul proprio campo: Verona, Ascoli, Cesena, Pisa, Fiorentina, Inter, Genoa, Cagliari, Sampdoria e Napoli. A frenare la corsa, neanche a dirlo, la rivale storica, soprattutto di quegli anni, e cioè la Juve, che si impose 2-1 all’Olimpico coi gol di Platini e Brio, che ribaltarono la rete di Falcao. Quello del Barone non è però il record di gare consecutive vinte dalla Roma nel suo stadio. Davanti a Liedholm c’è infatti Spalletti, che nel 2007-2008 colse 12 successi di fila in casa.
Vucinic e Diamanti La Roma iniziò vincendo il derby 3-2 il 31 ottobre 2007 con gol di Vucinic, Mancini e Perrotta e poi sconfisse Udinese, Cagliari, Sampdoria, Catania, Palermo, Reggina, Fiorentina, Parma, Milan, Empoli e Genoa, battuto, come la Lazio, sempre 3-2. Ad interrompere la striscia fu il Livorno, che fermò i giallorossi con Diamanti.A portare in vantaggio la Roma fu Vucinic e la giornata fu stregata anche per l’infortunio al crociato di Totti. Dei tre protagonisti di quella partita, il capitano, a 38 anni, è ancora l’unico che gioca ad alti livelli visto che Diamanti e Vucinic, entrambi 7 anni in meno di Totti, sono già emigrati in Cina e negli Emirati Arabi. Singolare. O forse no, conoscendo come vede il calcio, e la vita, il capitano della Roma.
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