Subito dopo Napoli, Paulo Fonseca lo aveva detto che non avrebbe cambiato molto. Qualcosa però sì, perché poi le limature vanno sempre date, scrive Andrea Puglise su La Gazzetta dello Sport.
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Roma, la svolta è nei tre tenori. Gol e fantasia per Dzeko
Con Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Edin, i giallorossi creano molte più occasioni Ma l’armeno salterà Brescia
E così il 3-5-2 del San Paolo è diventato il 3-4-2-1 dell’Olimpico, con il Parma. Una differenza sottile, ma che in realtà fa tutta la differenza del mondo. Perché con i due trequartisti (Pellegrini e Mkhitaryan) alle spalle della punta (Dzeko) la Roma ha trovato più palleggio e pericolosità in fase offensiva. "Con questo assetto riusciamo a pressare meglio ed a creare più occasioni", ha detto subito dopo la vittoria con gli emiliani l’allenatore portoghese. Ed è verità assoluta. Perché se a Napoli la Roma qualcosa aveva prodotto, ma lavorando soprattutto sulle ripartenze, con il "triangolo" offensivo di mercoledì sera la squadra giallorossa è stata pericolosa tante volte. Riuscendo anche nel contempo ad impedire l’impostazione dal basso agli avversari.
Con questo sistema, tra l’altro, Fonseca si può permettere di tenere vicino alla punta Mkhitaryan, che in 22 partite ha sfornato ben 8 gol e 5 assist. Micki, tra l’altro, a Brescia domani sera non potrà esserci causa squalifica ed allora al suo posto Fonseca dovrebbe mandare in campo Perotti, dandogli un’altra chance dopo la prova da dimenticare contro l’Udinese. Resta, però, che appena Mkhitaryan tornerà a disposizione (e quindi già nella sfida contro il Verona del 15 luglio) sarà di nuovo lui ad occupare quella casella.
Ma se Mkhitaryan è stato decisivo e molto probabilmente il migliore in campo (insieme proprio a Veretout, autentico polmone vivente), a fare la differenza con il Parma è stato anche un ottimo Lorenzo Pellegrini. Per il velo sul gol del pari, per quel palo sfortunato che ha colpito nel primo tempo, ma anche per tutta una serie di belle giocate di cui ha vissuto la sua partita, compresi una serie di palloni messi in mezzo in modo elegante e pericoloso.
È chiaro che poi, strada facendo, la Roma possa tornare a giocare anche con il 4-2-3-1 e quindi con tre trequartisti alle spalle di Dzeko. Ma con il sistema attuale, per i due che supportano la punta la situazione è molto più fluida.
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