Giovedì sera ci sarà anche Henrikh Mkhitaryan, 32 anni, quello che 1420 giorni fa – il 24 maggio 2017 – in una notte di Stoccolma diede il colpo del k.o. a un Ajax che sognava di rispolverare antichi fasti, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
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Roma, la garanzia è sempre Mkhitaryan
In finale ha segnato e battuto l’Ajax. E con lui in campo il rendimento sale al top
L’attaccante armeno, vestendo la maglia del Manchester United – imbeccato di testa da un tipo che si chiama Chris Smalling e che è alle prese con un calvario ancora non vicino alla conclusione – segnò ai lancieri la rete del 2-0, dopo che Pogba aveva inferto la prima ferita alla squadra di Amsterdam.
Meglio che torni in campo Micky, perché con lui in campo la squadra giallorossa riesce senz’altro a fareunsalto diqualitàdalpunto di vista dei risultati. La certezza Con l’attaccante armeno impiegato per una fetta più o meno lunga di partita, infatti, il gruppo di Fonseca riesce a ottenere dei risultati assai migliori rispetto a quando è rimasto fuori. Non è soltanto una questione – pur importantissima – legata ai gol (11) e agli assist (11). Con Mkhitaryan la Roma ha infatti una media punti pari a 2,057, senza a 1,4.
Ma adesso non è più il momento di far teorie, bensì di raccogliere quanto si è seminato, e in tutti i modi possibili. L’attaccante armeno lo sa bene e per questo, pur essendosi preso il suo tempo per valutare la strategia della famiglia Friedkin per la nuova Roma, sembra destinato a rinnovare il contratto in scadenza a giugno, come gli ha offerto la dirigenza, facendo balenare la possibilità di un prolungamento fino al 2023. Impressioni? La storia d’amore tra Mkhitaryan e il giallorosso sembra destinata a durare, tanto più se la squadra – centrando magari la finale di Europa League – dimostrerà di avere le stimmate dell’ambizione. D’altronde, stiamo parlando di un calciatore che – tra Armenia, Ucraina, Germania e Inghilterra – è stato capace di vincere ben 19 titoli. E fare cifra tonda con la Roma sarebbe bellissimo. Per questo, proprio come quattro anni, Micky ancora una volta chiede strada all’Ajax. E se fossimo nei panni degli olandesi, ci preoccuperemmo.
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