Piccoli segnali, minuscoli spostamenti del cuore che raccontano come ci sia un tempo che passa e non ci lascia mai uguali, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
Roma, il vero leader siede in panchina e la città lo adora
Pensate al José Mourinho che conoscemmo in Italia nel 2008. Giovane, vincente, tracotante, a volte, anche nella forma della comunicazione. Alle soglie dei 60 anni, invece, sembra affiorare il lato B di un uomo che conosce i propri limiti, anche se detesta le etichette. Così, alla vigilia della sfida col Napoli, per Luciano Spalletti - l’antico rivale irriso a suo tempo con gli “zero tituli” - tiene in serbo solo parole di amicizia e la definizione di "grande amico e grandissimo allenatore", mentre a se stesso concede: "Anche io non sono scarso".
Possibile che l’antico fuoco si sia spento? Non credeteci. L’uomo dei 26 titoli è il leader in campo e fuori di una Roma che odia sia giudicata difensivista. E proprio per questo sta già preparando la trappola in cui fare cadere la prima della classe rilanciando quella scalata al cielo che fa parte della sua storia. Il portoghese è qualcosa di più di un allenatore: è una speranza che non si esaurisce mai e che ormai da mesi riempie l’Olimpico, tutto esaurito anche stavolta. E allora, perché dite che la Roma è brutta?
"Segniamo poco perché sbagliamo gol, non perché siamo difensivi - ringhia infatti il portoghese a chi definisce i giallorossi più attenti alla difesa rispetto ai partenopei -. Se volete giocare facile e dire che la Roma è difensiva, fate pure. Se volete essere giusti con noi, invece, dite che non stiamo segnando tanti gol rispetto alle occasioni prodotte. Ma un giorno una squadra pagherà: avremo 4 occasioni e faremo 4 gol. Non andiamo ad aggredire o aspettare, ma a fare il nostro gioco per vincere la partita. Certo, il Napoli ha segnato tanti gol e difende bene, il Napoli è tutto. Sono primi in classifica e dopo 10 gare ha già un significato, ma abbiamo il diritto di giocare. Penso sia un’opinione generale che il Napoli sia favorito, eppure qualche volta il favorito perde".
Inutile dire che per far bene c’è bisogno di Zaniolo. Dopo aver specificato che nel 3-5-2 la squadra “si sente bene”, passa al tema Nicolò: "Deve migliorare nel modo di stare in campo, ma mi piace che sia in crescita dal punto di vista emotivo". Così parte l’attacco alla Uefa dopo l’espulsione contro il Betis. "Allucinante, non capisco. Poteva solo essere ammonito ma comunque 3 turni sono troppi. Su questo ragazzo mi sembra tutto troppo. Devo difenderlo. Non sono contento perché non ho questo giocatore per due partite decisive ma sono più triste per il giocatore".
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