Di buono c’è soprattutto il risultato, perché con questo 2-2 è vero che la Roma interrompe la serie di sette vittorie consecutive, ma evita anche in extremisuna sconfitta che avrebbe comunque tolto un po’ di buonumore nello spogliatoio giallorosso. Ed invece il rigore finale di Pellegrini (contestatissimo dagli spagnoli per un fallo di mano di Zaniolo precedente a quello di Yeray) permette alla Roma di presentarsi da imbattuta al gran galà di domenica prossima, quando all’Olimpico arriverà il Real Madrid di Zidane.
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Per il resto, però, la squadra a tratti ha sofferto e il gioco di Fonseca fatica ancora a vedersi, soprattutto dal punto di vista della fluidità della manovra e della ricerca degli spazi, sia in ampiezza che in verticale. Il primo gol subito è un pasticcio tra Mancini e Diawara (di cui ne approfitta Williams, bravo poiaservire l’assist a Munain per l’1-0), il secondo una palla persa velenosamente da Pellegrini al limite dell’area, con lo stesso Mancini che devia con il braccio il tiro di Dani Garcia e il rigore successivamente trasformato dall’altro Garcia, Raul.
Le cose migliori per la Roma si vedono nella ripresa, un po’ per la reazione d’orgoglio, un po’ perché con l’ingresso di Kolarov (e lo spostamento a destra di Spinazzola) la Roma ha trovato più equilibrio, scrive Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Kolarov ha inventato gioco, segnato il pareggio con una punizione magistrale (calcio a giro sotto il sette da quasi 30 metri) e creato pericoli continui nell’area di rigore. Il pareggio finale di Pellegrini, comunque, sancisce un pari tutto sommato giusto, anche se poi dalla Roma Fonseca si aspetta presto risposte importanti.
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