Il primo discrimine, al solito, sarà il risultato finale. Se arrivasse la qualificazione in Champions - magari vincendo addirittura la Europa League - la stagione di Mourinho non potrebbe che essere positiva, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Ma ovviamente c’è il rischio anche del contrario, cioè di una Roma ancora fuori dall'Europa che conta, con relativi incassi. E a quel punto ci sarebbe da valutare.
La Gazzetta dello Sport
Roma, il bivio di Mou
1 - Mercato limitato - Il primo problema è dato dal fatto che i paletti del Financial Fair Play saranno attivi fino ai primi del 2027. Questo significa che, a meno di un consistente aumento dei ricavi complessivi, la regola sarà sempre quella di un giocatore in entrata per uno in uscita, senza contare che il monte ingagi dovrà progressivamente abbassarsi per arrivare ad essere al massimo il 70 per cento del fatturato. Morale: difficile arrivare ad avere una competitività - soprattutto a livello internazionale - che consenta sogni di gloria. In principal modo se non arrivasse la qualificazione in Champions.
2 Cessioni pesanti - Tutto questo, anche per via di una eredità pesante che la famiglia Friedkin sta gestendo e a cui sta facendo fronte con iniezioni sempre frequenti di denaro. In ogni caso, occorre fare lo stesso delle plusvalenze importanti - diciamo intorno ai 55-60 milioni - da qui al prossimo giugno. Per questo un paio di giocatori fondamentali della Roma attuale potrebbe essere ceduti proprio per fare fronte a queste esigenze.
3 Pieni poteri in bilico - L'altro aspetto è legato sempre ai pieni poteri che lo Special One gradirebbe e che invece i Friedkin, pur lasciando ampia delega, per adesso non ritengono di dover dare. La questione di fondo alla fine è una sola: fermo restando che, grazie ai proprietari statunitensi e allo stadio che verrà, la Roma è destinata senza dubbio a crescere, Mourinho avrà la pazienza di vivere altre stagioni da “attore non protagonista”? La risposta a breve. Soprattutto se altri club gli faranno la corte.
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