rassegna stampa

«Roma, guai a sbagliare». Vincere ora vale triplo

Un successo col Viktoria consentirebbe qualificazione, primo posto e vigilia serena anti-Milan. Ma Spalletti è teso: «Basta coi soliti vizietti»

Redazione

Luciano Spalletti, in una conferenza stampa tesa e nervosa, centra una ineluttabile verità: «Si dice che al tempo non c’è retromarcia ed è proprio così. Battendo il Viktoria Plzen possiamo arrivare subito alla qualificazione e al primo posto. È un’occasione da sfruttare. Dobbiamo essere pronti a portarla a casa e i ragazzi lo sanno». Una vittoria consentirebbe alla Roma di fare semplice atto di presenza nel match in trasferta con l’Astra Giurgiu in programma l’8 dicembre, cioè nella settimana che va dal derby alla delicata sfida interna col Milan.

Ieri i giallorossi hanno perso anche El Shaarawy, messo k.o. da un infortunio muscolare all’adduttore. Sul momento, però, l’allenatore è netto: «Quella con l’Atalanta è stata una brutta sconfitta, ma non c’è alcun caos. Certo, la scorsa settimana si parlava di contratti, ma bisognerebbe discutere dell’impegno per sistemare alcune cose. Questo k.o. ci brucia, cerchiamo di trasferirlo sui prossimi impegni». Intanto, il Viktoria  è sbarcato a Roma «per vincere», come ha ribadito l’allenatore Pivarnik, ma la Roma, in fondo, teme solo se stessa e i fantasmi che evoca, come scrivono Cecchini e Pugliese su La Gazzetta dello Sport.

Spalletti, dopo lo screzio da campo tra Nainggolan e il vice Domenichini, ieri abbia pensato bene di descrivere un eccellente collega tv come uno «che dice bugie», attirandosi così anche un comunicato del direttore («attacco ingiustificato e gratuito») e del cdr di Mediasetatteggiamento irresponsabile). «Juve irraggiungibile? Noi tentiamo di vincere tutte le partite e raggiungere il massimo finché non ci sarà l’aritmetica a vietarcelo», aggiunge il tecnico toscano. L’importante, ovvio, è non sbagliare più. «Ogni tanto ci succede di ritrovare il vizietto di abbassare la lotta, che probabilmente non fa parte delle nostre qualità. Se invece siamo bravi a portare le partite sulla qualità, diventiamo imprendibili e fortissimi».

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