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La Gazzetta dello Sport

Roma già pazza di Mourinho: “Mi aspetto regali da Pinto e dai Friedkin”

Foto Gino Mancini

Entusiasmo per il tecnico in aeroporto e a Trigoria dov’è in quarantena: "Sono migliorato e voglio risultati"

Redazione

"Per prima cosa aspetterò che arrivino dei regali - ha detto Mourinho in un’intervista al sito del club – Spero che la proprietà e Tiago Pinto me ne facciano, perché ne sarei contento. Sarebbe uno stimolo in più, maggiore potenziale da sviluppare e con cui iniziare il processo". Ed è chiaro, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, che quando Mou parla di regali si riferisce al mercato, in cui Tiago Pinto deve ancora chiudere la prima operazione.

Regali a parte, da ieri Mourinho è a Roma. La gente lo aspettava da due mesi, da quando il 4 maggio era stato annunciato a sorpresa. Dopo anni di delusioni, José viene visto come l’unica fonte di salvezza. E più di 500 persone (tra Ciampino e Trigoria) glielo hanno voluto manifestare di persona. "Voglio che la squadra rifletta la personalità dei tifosi. So che passione c’è qui, ma la cosa incredibile è che negli ultimi venti anni non ci sono state molte occasioni per essere felici". A Trigoria è stato Tiago Pinto a illustrargli il centro sportivo. Qui resterà confinato per i prossimi cinque giorni. La sua sarà una quarantena "light", essendo vaccinato e potendo effettuare meeting o incontri, nel rispetto però del distanziamento (e indossando la mascherina). Si sottoporrà ogni giorno ai tamponi di rito (molecolare e rapido), in attesa di essere presentato alla stampa la prossima settimana, probabilmente alla Terrazza Caffarelli, in Campidoglio (presentazione che però non ha ancora una data certa, ma che avverrà tra mercoledì e sabato prossimo). "Abbiamo terminato a 29 punti dalla prima e a 16 dal 4° posto, ma un club si giudica da un punto di vista più ampio – ha detto ancora il portoghese – La proprietà vuole lasciare un’eredità per gli anni futuri, vuole creare le basi per il successo. E spero che questo arrivi mentre sono qui. Vogliamo creare una Roma vincente, ma anche un futuro vincente. Non vogliamo che il successo sia un momento isolato. Per riuscirci, però, dobbiamo costruire le infrastrutture, ma anche le strutture umane. Sento la responsabilità di ripagare l’affetto della gente e voglio che ognuno pensi: “devo dare il massimo per la squadra”".