Due partite, due gol. La freccia ha (ri)messo la freccia. È sempre lui, che sia Roma o Costa d’Avorio poco importa: è già la stagione di Gervais Lombe Yao Kouassi, Gervinho se come lui si preferisce la sintesi, la velocità d’azione. Non c’è partita in cui non crei un’occasione, una situazione pericolosa: è l’arma principe della Roma, tremendamente convenzionale per Rudi Garcia, che in estate si è infuriato quando ha visto il suo giocatore ritardare – sì, capita anche a lui – nel via degli allenamenti. Slalom gigante tra i difensori della Sierra Leone e tiro incrociato a baciare il secondo palo per il gol vittoria: così Gervinho due sere fa ha fatto impazzire i tifosi degli Elefanti, che a pensarci bene non è esattamente il soprannome migliore per il nostro uomo. Tifosi, quelli ivoriani, che già si disperavano per l’addio di Didier Drogba. E invece hanno trovato il modo di esultare, lungo la strada che porta alla Coppa d’Africa di gennaio: «Drogba è un monumento, ma è iniziata una nuova era — ha detto l’attaccante —. E non dobbiamo aver paura, basta parlare del suo addio. Vogliamo vincere un trofeo che ci manca dal 1992».
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La Roma è già Gervinho. O fa gol, o se lo inventa
Non c’è partita in cui non crei un’occasione, una situazione pericolosa: è l’arma principe della Roma
Due su tre Manifesto programmatico di alta qualità, che a Trigoria registrano provando a nascondere la preoccupazione della probabile assenza in campionato di inizio 2015. Perché per la Roma è un guaio, giocare senza la freccia. Lo dice la logica, a rileggere i 13 mesi dell’ivoriano in maglia giallorossa. Nel bene e nel male, Gervinho decide sempre. Ha «regalato» alla Roma almeno un gol in 22 partite sulle 34 disputate in campionato (comprese le ultime tre dello scorso torneo, con la squadra in evidente frenata). La media è da sogno: in due partite su tre Gervinho provoca una rete. Il dato è calcolato tenendo presenti le reti, gli assist e le giocate decisive, risalendo fino al terzultimo tocco prima del gol. In tutto 30 reti causate: non sono tanti i giocatori d’attacco che arrivano a una soglia simile. Intoccabile Ecco spiegato allora con i numeri perché Gervinho sia il vero grande intoccabile della Roma di Garcia. Ecco spiegato pure perché la società si è affrettata ad adeguare il contratto dell’ivoriano, uno dei tanti a battere cassa alla fine della scorsa stagione. Benatia è stato ceduto, Maicon è stato rispedito indietro, a Destro è stato chiesto di aspettare tempi migliori. A Gervinho, dopo le frizioni iniziali, la società ha invece concesso l’aumento a 2,9 milioni di euro a stagione. Aspettando Iturbe Perché altrimenti non si poteva fare. Perché anche questa Roma, come la prima, è stata pensata per ruotare attorno a Gervinho. Anzi, se possibile il concetto è stato rafforzato. L’arco con le frecce, così descrivono l’attacco romanista dentro Trigoria. L’arco è ovviamente Totti, pronto a lanciare l’ivoriano e Iturbe, del quale Garcia si aspetta a giorni l’esplosione. Nell’attesa, giusto coccolarsi Gervinho, che ieri sera festeggiava su facebook dopo aver raggiunto il milione di «like». Alto gradimento, sui social e in campo. Gervinho corre, a volte più del pallone. E guai ad impressionarsi per i gol mangiati: effetti collaterali, Garcia adora anche quelli.
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