Mentre le tv di tutto il mondo rilanciavano le immagini dell’Italia epicentro del coronavirus in Europa, il 23 febbraio cominciava la «via crucis» dei rinvii delle partite della Serie A, a cui facevano subito seguito le baruffe al vertice del calcio italiano. Un’immagine poco edificante, che stupiva e (un po’) preoccupava l’acquirente. E proprio da quel 23 le domande di Friedkin sono diventate parecchie.
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Roma, Friedkin vuole certezze ma il paracadute è Pallotta
Mentre i rispettivi staff legali studiano eventuali modifiche alla struttura del "deal", Pallotta e Friedkin sono in contatto fra loro per monitorare
Difficile dare torto al magnate nel suo voler vederci chiaro, anche perché il cosiddetto «equo valore» dato alle 12 società della galassia chiamata As Roma, sarebbe necessariamente destinato a cambiare. Oltre all’apprezzamento riservato ai manager giallorossi per la gestione del momento, la maggioranza dei soci vuole sì che l’affare si concluda al più presto ma non intende far entrare in sofferenza la Roma, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport".
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