«Tutte le finali che abbiamo fatto le abbiamo sofferte tantissimo e anche questa porta con sé una una gioia particolare, diciamo pure che è stata epica. C’era sfuggita la Youth League, mentre la Coppa Italia non eravamo riusciti a giocarla al meglio, meritavano qualcosa di speciale perché questo è un biennio di grande qualità, non si batte per caso una squadra forte come la Juventus», parola di Alberto De Rossi. L’ottavo tricolore nella storia della Primavera giallorossa è l’emblema di un lavoro di qualità portato avanti negli anni, scrive questa mattina "La Gazzetta dello Sport". «C’è grande feeling con lui e sceglierà in maniera autonoma chi portare in prima squadra, è un allenatore che viene dal settore giovanile e ha un occhio particolare».
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Roma, festa grande. «Ma questo scudetto è merito di De Rossi»
"De Rossi? Grande persona e grande allenatore, ci ha dato calma e nel momento del bisogno ci ha incoraggiati. Un maestro" ha dichiarato ieri sera D'Urso
In rampa di lancio Ezequiel Ponce, autore del gol del pari e premiato come miglior giocatore della fase finale. «È un giocatore forte - afferma De Rossi - ma dopo aver celebrato questa festa dobbiamo subito trovare altri giocatori. Io tagliato per il settore giovanile? Penso proprio di sì. Non sarei all’altezza dei grandi: ho dato tutta la mia vita al settore giovanile. Più passano gli anni e più mi sento a mio agio».
Dopo aver preso in mano la gara, la squadra di De Rossi era arrivata a un passo dal colpo del ko a pochi secondi dal novantesimo, con il tapin vincente di Spinozzi che veniva annullato per un fuorigioco dubbio. Poi rigori e la gioia irrefrenabile. Fra i protagonisti Christian D’Urso: «Vorrei parlare della squadra, siamo partiti da lontano e siamo arrivati fin qui. Un successo di tutti. De Rossi? Grande persona e grande allenatore, ci ha dato calma e nel momento del bisogno ci ha incoraggiati. Un maestro. Lo scudetto è suo ma anche nostro: dal dischetto ci siamo allenati tanto, non potevamo sbagliare».
(F. Pioppi)
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