Nella sua considerazione finale c’è tutta la speranza che gonfia i cuori romanisti. «Siamo tutti forti». E non lo dice uno come Totti, che sembrerebbe quasi uno slogan utile a far alzare i vessilli. A parlare è Adam Ljajic, il talento serbo sottovalutato da tifo e critica. L’attaccante non segnava da 7 partite, l’ultimo gol lo aveva realizzato all’Atalanta ad aprile. Per uno come lui, questo lasso di tempo sarà sembrato di certo un purgatorio infinito. Poi lo stesso Totti lo ha mandato in porta, e il paradiso gli ha di nuovo spalancato le porte, spingendolo a inginocchiarsi e alzare le braccia al cielo in una preghiera laica «anche perché a fare una esultanza alla Hernanes non ce la farei». Poi la spiegazione col sorriso. «Francesco mi ha dato un bell’assist. D’altronde è facile giocare con lui: vede ogni movimenti e ti dà sempre la palla giusta».
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Sfida totale Se lo scetticismo intorno a lui non è mai mancato, chi lo ha quasi sempre incoraggiato è proprio Garcia. «L’allenatore ha detto che sono devastante? Lo ringrazio. Io mi alleno ogni giorno al 100% poi non importa chi gioca, l’importante è che la squadra vinca. Stavolta è toccato a Pjanic decidere, ma Mire sa fare queste cose, ha un talento incredibile». Ljajic non è geloso, ma capisce che tutti vorrebbero avere da lui più continuità. «Non so cosa mi manchi. Mi alleno sempre al massimo, ma poi decide Garcia. Vincere in un campo duro come Parma non è facile, speriamo di continuare così. Noi vogliamo fare bene su tutti e tre i fronti e vediamo dove arriviamo, anche se la Juve è ancora molto forte e sono favoriti». Lo stesso vale anche per lui. «Vedo che parlano tanto di me, ma se vogliono possono continuare. Io non ascolto queste parole e vado avanti per la mia strada, non è importante quello che dicono gli altri».
Modello Juve Segnalate 3 curiosità: i giallorossi al Tardini col pullman del Parma, la prima da capitano da Keita e la nascita della difesa alla greca. Visto però che tiene banco soprattutto il testa a testa con la Juve, il finale è proprio sul tema, a cura del d.s. Baldissoni. «Il modello è la Juve. Noi siamo più giovani e cerchiamo di fare le cose bene come loro. I greci hanno portato solidità e con loro inseguiamo tutti i nostri obiettivi». Rivali avvisate: si salvi chi può.
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