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rassegna stampa

Roma, ecco Ibanez: fede, corsa e coraggio. Ricorda Marquinhos

LaPresse

Con l’Inter bene in marcatura e nel guidare la difesa. Tra 5 mesi diventerà papà. Ma a Ferrara non ci sarà

Redazione

Qualcuno pensando a lui è già tornato indietro al 2012, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, quando a Roma si affacciò un altro giovane brasiliano, Marquinhos. Anche lui sconosciuto, proprio come lo era Ibanez quando la Roma ha deciso di investirci su, a gennaio, vincendo un lungo braccio di ferro con il Bologna dell’ex Sabatini.

Il paragone è ingombrante, ma la Roma aveva una certezza: Ibanez non è una scommessa, ma una risorsa. E grazie al lavoro di Fonseca di questi mesi, ora anche un titolare. Il cui cartellino verrà pagato a giugno 2021 (8 milioni, poi 2+1 di eventuali bonus), ma che ha già visto raddoppiare il suo valore.

Il bello è che fino al lockdown il brasiliano non aveva mai messo piede in campo: panchina con Sassuolo, Atalanta, Lecce e Cagliari, tribuna con il Bologna. Poi è arrivata la pandemia, che per tutti è stata una iattura, ma forse non per Roger (che tra 5 mesi diventerà papà di una bella bimba: ieri shooting fotografico al centro di Roma con la moglie Bruna per festeggiare il fiocco rosa).

Nel senso che Fonseca ha potuto continuare a spiegargli come muoversi, i posizionamenti da prendere, le posture da assumere. Tutta teoria, è vero, ma quando la Roma si è ritrovata, Ibanez era un giocatore diverso. Tanto che Fonseca lo ha buttato subito dentro, già con la Sampdoria. L’inizio non è stato rose e fiori, Ibanez ha sbagliato su due gol e mezzo degli avversari (errori su quelli di De Paul e Callejon, spaesato su quello di Gabbiadini). Ma poi ha preso confidenza e contromisure, salendo in cattedra. Così, dalla ripresa, Ibanez ha giocato 7 gare su 8, di cui 6 da titolare.

Con la Spal, riposerà a causa dell’affaticamento all’adduttore. Ma poi tornerà al suo posto. Da titolare.