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Roma con la Dybalite, ma adesso servono soprattutto i fatti

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La dybalite prima o poi sfiammerà e Paulo insieme alla sua Roma dovranno costruire un rapporto diverso, più solido, meno fanciullescamente sognante

Redazione

È l’arte dell’attesa. A Roma ci sanno fare. Non dico a livello di maestri zen, ma quasi. In quanto a sentimentalità non si batte il tifoso giallorosso, il più estremo del pianeta e il più vicino all’amore stilnovista. I salvatori arrivano quasi sempre dal cielo. Ieri era Josè Mourinho, oggi è Paulo Dybala. Atteso a braccia aperte. Tutti alla Roma che aspettano qualcosa. I Friedkin e i tifosi aspettano di sapere cosa frulla nella testa dell’amletico Mourinho di questi giorni, Mourinho aspetta di sapere cosa frulla in quella dei Friedkin, Mourinho e i tifosi aspettano Dybala. L’unico che non aspetta nulla perché ha avuto tutto è proprio lui, Paulo. Dybala è l’ultimo, grandioso sintomo della Roma giallorossa e bipolare. La sua ultima malattia d’amore. Si chiama “dybalite”. Paulo è il tuo super potere, ma anche la tua vulnerabilità. Il romanista dybalizzato è travolto dalle sue emozioni. Il ragazzo - scrive Giancarlo Dotto su 'La Gazzetta dello Sport' - è la soluzione di tutti i problemi o lo specchio del grande problema? Di una Roma che ancora non ce la fa ad essere squadra.

L’asso nella manica di Mourinho o l’indizio del suo declino? Se Mourinho è lì che prega perché il suo Dybala torni il prima possibile, perché si conservi integro, confessando così il suo debito e la sua dipendenza, questa forse non è una buona notizia per la Roma. Il nuovo divino Paulo, ragazzo intelligente, ha capito in fretta che vincere a Roma, con la Roma, non è la stessa cosa in nessun’altra parte del mondo. Ora sta tutto nella sua testa. Ora che ha scoperto cosa vuol dir essere amati. Nella sua capacità di dare materia ai sogni, incluso quello di farsi consegnare, oggi e non domani, la maglia numero 10 da Francesco Totti in persona. La dybalite prima o poi sfiammerà e Paulo insieme alla sua Roma dovranno costruire un rapporto diverso, più solido, meno fanciullescamente sognante, basato sui fatti e sulle imprese. L’energia e il talento del ragazzo dovranno contagiare il gruppo, risvegliare i Tammy, orientare i Nicola. Già campione del mondo, Paulo può ora diventare re a Roma.