Nei cinque anni e mezzo di gestione americana, in Europa la Roma ha raccolto un bottino che dire misero è un eufemismo, scrive Chiara Zucchelli su "La Gazzetta dello Sport": 25 partite, 4 successi, 11 pareggi, 10 sconfitte, di cui due per 6 e 7 gol. E ancora: la Roma ha incassato 50 reti, perfetta media di due centri a partita, e ne ha realizzate appena 33. Le vittorie sono arrivate contro Cska Mosca, Feyernood, Leverkusen e Astra Giurgiu, non esattamente l’élite del calcio europeo.
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Roma con il mal d’Europa: cinque anni senza acuti
Più dolori che gioie: in 25 partite, appena 4 vittorie e ben 50 gol subiti. Szczesny: «Dimentichiamo l’Austria Vienna, reagiremo col Palermo»
«Contro il Palermo vogliamo dimenticare in fretta l’Europa League, mi piace pensare che i risultati negativi non incidano troppo sul rendimento nella partita successiva. Abbiamo voglia di reagire», parola di Wojciech Szczesny. La beffa, per una società che della voglia di espandere marchio e marketing nel mondo ha sempre fatto il suo manifesto, è che le reazioni alle batoste italiane ci sono state, mentre quelle ai k.o. europei sono mancate.
Dal 2011, la Roma ha vinto appena il 16% delle partite europee e mai era andata così male. Non sono stati solo i grandi club come Bayern, Real, City e Barcellona a mettere in crisi i giallorossi, ma anche squadre di pari livello o di categoria nettamente inferiore (un punto racimolato col Bate Borisov, per fare un esempio). Questa dimensione poco europea del club rischia, col tempo, di essere un problema non solo per il prestigio, ma anche per le casse.
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