Roma caput mundi. Oppure volendo essere meno enfatici: tutte le strade portano a Roma. E alla Roma, scrive Andrea Di Caro su La Gazzetta dello Sport. Che partano dagli Stati Uniti, dal Portogallo o dalla Grecia. Con l'arrivo del nuovo Ceo , la greca Lina Souloukou, l'organigramma della società dei Friedkin si arricchisce di un altro profilo internazionale. Non pare più casuale la scelta della proprietà americana di trovare dirigenti stranieri, meglio se giovani, con esperienze a livello europeo e mondiale, che possano aggiungere visioni, contatti, operatività diverse per rendere il club sempre più internazionale. Dando vita a un curioso "contrasto" interno: infatti, mentre il progetto tecnico porta la squadra ad arricchirsi di giocatori italiani, molti dal settore giovanile, e si perpetua la tradizione dei capitani romani e romanisti, dalle maggiori cariche dirigenziali del club sono quasi spariti i profili nazionali. I Friedkin hanno dimostrato sin dall'inizio di saper agire concretamente e in silenzio, rinnovando tanto e facendo scelte spesso inaspettate e spiazzanti in una "città-stato" da sempre un po' pigra, abituata a specchiarsi nella sua bellezza e nella sua storia e a cullarsi nelle sue eterne tradizioni, rimandando spesso le cose da fare al giorno dopo. Si sono innamorati di Roma, della romanità e del romanismo, ma senza farsi travolgere e condizionare. La Roma di oggi rappresenta un unicum: come nella decisione di affidarsi a una brillante Ceo donna.
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La Gazzetta dello Sport
Roma città aperta: il club si affida a profili stranieri
Non pare più casuale la scelta della proprietà americana di trovare dirigenti stranieri, meglio se giovani, con esperienze a livello europeo e mondiale
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