rassegna stampa

Roma alla DiFra. Se in fuorigioco vanno gli avversari

In 3 match di A, 17 offside provocati contro i 5 di Spalletti. Alisson, Manolas e Kolarov le colonne di una nuova filosofia

Redazione

Tre uomini, tre gol, una tendenza che fa ben sperare forse pure perché inattesa. La Roma fatica a incassare gol: tre partite su quattro senza subire reti è materia che merita di essere sottolineata, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". E se è vero che i pali di Ilicic e Saul valgono un messaggio di ringraziamento alla buona sorte, non è giusto considerare altrettanto le parate di Alisson, che pur sempre un valore aggiunto della Roma è. "Per noi non è cosa di poco conto chiudere le partite con un clean sheet, è il segnale di un lavoro ben fatto", ha spiegato di recente proprio il portiere brasiliano.

Lui, Manolas e Kolarov: il blocco difensivo della Roma poggia su queste tre colonne. Non escono mai, pietre su cui Di Francesco ha fondato la sua repubblica difensiva. Un portiere, un centrale con lo scatto automatico e un terzino che quando non sai cosa fare con il pallone, lo dai lui e ti metti comodo ad aspettare che qualche cosa succeda. Kolarov (e lo stesso è avvenuto con Florenzi contro il Verona) rappresenta la via d’uscita migliore possibile per una Roma che ha cambiato modo di interpretare la partita, ancor prima degli uomini.

Che Di Francesco chieda un’aggressività maggiore ai propri difensori è un dato di fatto: ricerca costante dell’anticipo e conseguente scelta di mantenere un baricentro di gioco alto. Ergo: la linea difensiva deve per forza di cose ricercare molto di più la tattica del fuorigioco di quanto non facesse con Spalletti. Il confronto in questo senso è clamoroso. Prendendo in considerazione solo le partite di campionato, nelle prime tre giornate dello scorso torneo la Roma mise in fuorigioco gli avversari (Udinese, Cagliari e Sampdoria) complessivamente cinque volte. Quest’anno, tra Atalanta, Inter e Verona, il fuorigioco altrui è stato sbandierato già in 17 occasioni. Non è un caso, è questione di filosofia.