(gazzetta.it-M.Cecchini) Le facce dei giocatori a fine partita raccontano tutto. Lo 0-0 stampa sorrisi sui visi dei calciatori del Chievo, che conquistano così l’aritmetica salvezza,
rassegna stampa
Roma, addio Champions Col Chievo 0-0 bagnato
(gazzetta.it-M.Cecchini) Le facce dei giocatori a fine partita raccontano tutto. Lo 0-0 stampa sorrisi sui visi dei calciatori del Chievo, che conquistano così l’aritmetica salvezza,
mentre alla Roma il punto porta in dote la solita messe di rimpianti perché l’Europa - anche quella minore - corre il rischio di allontanarsi ulteriormente. Vista la classifica già benevola per i veronesi, le motivazioni maggiori dovevano essere dei giallorossi, la cui prestazione invece non giustifica più del giusto pareggio. Nota bene: se dei soli 7 pari conquistati in campionato dai ragazzi di Luis Enrique, questo è appena il secondo per 0-0 (l’altro c’era stato a settembre contro l’Inter), è segno che stavolta - a differenza del solito - in costruzione la Roma ha fatto davvero poco, tant’è che Sorrentino alla fine non deve quasi impegnarsi per portare a casa la sufficienza.
Manovre difficili — La pioggia insistente iniziata poco prima del match, però, penalizza il gioco di entrambe le squadre, che amano spesso la manovra con palla a terra. Logico che ad essere più penalizzata è la Roma, che ha un tasso tecnico superiore all’avversario. Per questo in avvio il baricentro del gioco è leggermente più spostato nella metà campo dei veronesi, anche se avere più spazio per le ripartenze ai ragazzi di Di Carlo va benissimo, soprattutto perché non sempre il fuorigioco è fatto a regola d’arte dai giallorossi. In un caso, infatti, Paloschi è fermato in posizione regolare (ma Curci para lo stesso) ed in un altro Hetemaj - peraltro autore di una buona prova - non sa fare di meglio che tirare addosso a Curci, precettato titolare dopo l’infortunio a un ginocchio nel riscaldamento di Lobont. Dall’altra parte, l’unico tiro nello specchio della porta della Roma lo fa Gago in avvio, ma è poca cosa, tant’è che i brividi maggiori vengono più dai calci piazzati e relative mischie che da azioni manovrate, rese appunto difficili dal campo. C’è da dire però che nel primo tempo i duelli in mediana sono vivaci, perché Bradley - spostato a destra - tiene bene Marquinho, così come Hetemaj fronteggia più che decorosamente Gago. La differenza la fanno perciò i trequartisti: mentre Cruzado viene anestetizzato da un ritrovato De Rossi - che finirà centrale difensivo dopo l’uscita per infortunio dell’ottimo Kjaer -, Totti finché ha fiato prova a sfuggire dalle zolle di Rigoni e dei centrali arretrando in mediana, contribuendo così a creare densità e spazi per gli inserimenti. Quelli che Luis Enrique, ad esempio, chiede ad alta voce dalla panchina a Borini (spesso rimbrottato dai compagni) e Bojan, favorendo le corsie libere per gli inserimenti di Taddei e Josè Angel.
Tallo & Pellissier Nella ripresa l’ingresso di Tallo al posto di Bojan dà peso e vivacità all’attacco giallorosso, che però impegna davvero Sorrentino solo con Heinze da calcio piazzato, mentre nel finale una girata di testa di Perrotta su cross di Totti sfiora l’incrocio dei pali. La Roma, però, prova ad accelerare il ritmo, anche se questo la scopre ulteriormente in difesa. Non a caso Curci deve impegnarsi nel respingere un tiro dai sedici metri di Bradley, mentre nel finale - dopo che Hetemaj sfiora il palo con una gran conclusione dal vertice sinistro dell’area, al minuto 45 la palla gol più ghiotta capita a Pellissier, che dopo essersi liberato all’altezza del dischetto calcia fuori. Per la Roma - che nelle ultime 4 partite ha ottenuto solo 2 punti - sarebbe un tracollo immeritato, anche perché per creare malinconia nell’ambiente giallorosso bastano i cori iniziali e finali dei (pochi) tifosi contro Luis Enrique e la faccia finale dello stesso allenatore quando mormora: "È un punto che non serve a niente". Proprio vero. Anche se il Chievo non sarebbe d’accordo.
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