L’aggressività e il coraggio contro la lentezza e l’indecisione. Quattro parole che sintetizzano la sfida dell’Olimpico: il Napoli battagliero e vivace contra una Roma troppo compassata. Due gli uomini-simboli che rappresentano questi atteggiamenti tattici, scrive Andrea Schianchi su "La Gazzetta dello Sport": Marko Rog da una parte e Daniele De Rossi dall’altra. Il giovane croato, schierato da Sarri come mezzala destra nel ruolo di solito occupato da Zielinski, si fa apprezzare per il continuo e asfissiante pressing sui centrocampisti giallorossi, per la gestione del pallone in fase di possesso, per i dialoghi prolungati che riesce a costruire con Callejon, con Jorginho e con Hysaj. Al contrario, De Rossi è stranamente impacciato nel momento in cui riceve il pallone dai difensori e deve smistarlo in avanti, raramente si fa trovato smarcato e mai riesce a opporsi efficacemente alle tambureggianti offensive del Napoli. A tratti i ragazzi di Sarri, specialmente nella prima ora di gioco, sembrano sgommare a tutta velocità di fronte agli attoniti romanisti che, evidentemente, non hanno le energie fisiche per contrastarli e sono anche mal posizionati sul campo. La sfida si decide tutta lì, in mezzo, dove il Napoli dimostra una netta superiorità tecnica e atletica.
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Rog simbolo del Napoli: pressing sempre alto e ripartenze fulminee
Per almeno un’ora la squadra di Sarri è stata padrona del campo. Roma troppo compassata e prevedibile
Si dirà: la squadra di Spalletti, nel finale, ha sfiorato il pareggio e se lo avesse raggiunto non si sarebbe gridato allo scandalo. Verissimo, tuttavia sul piano del gioco, dell’organizzazione tattica e della disposizione sul campo il Napoli è parso superiore. Un’ulteriore prova della superiorità del Napoli si ha osservando l’atteggiamento dei giocatori di Sarri negli uno-contro-uno: vincono il 91 per cento dei contrasti (la Roma si ferma al 69 per cento) e ciò significa che, soprattutto in mezzo al campo, hanno maggiore determinazione e maggiore grinta.
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