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Rincorsa Wijnaldum. Tempi rispettati: la Roma e Mourinho non vedono l’ora

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L'olandese continua con un lavoro personalizzato, svolgendo anche dei test medici ed atletici per vedere e capire a che punto è il recupero dall’infortunio

Redazione

Non è stato un ritorno a tutti gli effetti perché in questi tre mesi di forzata assenza era già successo che Gini Wijnaldum si riaffacciasse a Trigoria per consulti medici, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.

Stavolta è tornato al Fulvio Bernardini per restarci davvero. E per sempre, almeno fino al termine della stagione (quando poi Roma e Psg si metteranno a tavolino per decidere il suo futuro). Così ieri il centrocampista olandese è tornato a lavorare con la squadra, seppur facendo un lavoro differenziato. Ma è soprattutto tornato a sentirsi parte integrante del gruppo.  Wijnaldum sarà a Trigoria anche oggi, ancora con un lavoro personalizzato, svolgendo anche dei test medici ed atletici per vedere e capire a che punto è il recupero dall’infortunio alla tibia destra. Il fatto di essere tornato a respirare l’aria della squadra e del centro tecnico gli è di grande aiuto per il percorso finale: dopo la terapia conservativa e la riabilitazione, adesso è infatti il momento della riatletizzazione. Il terzo passo verso il recupero definitivo e il ritorno in campo, che comunque non avverrà prima di metà gennaio o inizio febbraio. Prima andrà sicuramente in scena una gara con la Primavera.

Ecco anche perché la Roma ha messo in programma di poter portare Wijnaldum anche in Portogallo, nel ritiro che si svolgerà in Algarve a partire da domani e fino al 22 a sera, perché anche se l’olandese continuerà a lavorare a parte ed a fare un programma differenziato, il fatto di farlo a stretto contatto con i compagni di squadra è psicologicamente importante.

E nel giorno in cui Mourinho riavrà finalmente Wijnaldum è facile che possa passare definitivamente al centrocampo a tre, con il 3-5-2 che ha utilizzato quasi sempre nelle due amichevoli giocate in Giappone. L’allenatore della Roma, infatti, ritiene che Gini sia molto più efficace in una mediana a tre che non in una a due.