«Eppure la calciai bene. Forse troppo bene». Quella sera, il 2 ottobre del 2007, all’Old Trafford, quel tiro avrebbe potuto cambiare il destino di Mauro Esposito. Entrò al posto di Giuly a 10’ dal termine, contro il Manchester United debuttando in Champions, ebbe la palla del pareggio non la sfruttò. Per i tifosi della Roma, mai troppo teneri, fu un errore imperdonabile. Mauro era appena arrivato alla Roma dopo sei anni meravigliosi al Cagliari conditi da 199 partite e 58 gol e l’approdo nella Nazionale di Marcello Lippi. A Trigoria, però, Mauro si presentò con un ginocchio malconcio. Spalletti lo aspettò e lo aiutò, senza mai lanciarlo del tutto: 8 spezzoni in A e poi la trafila dei prestiti: Chievo, Grosseto, fino al triennale con l’Atletico Roma, che, nel giugno 2011, fallita la promozione in B nello spareggio con la Juve Stabia, chiuse i battenti. Anche Mauro ha chiuso la carriera. Presto, troppo presto. Ora ha 35 anni. Gli basterebbe allenarsi al meglio per essere ancora utile a qualche club. Ma il mondo del calcio lo ha disgustato e si è messo a produrre una linea di T-shirt con l’immagine del Cristo del Corcovado. «Che comincia ad andar bene. Le ho date anche a Totti, il miglior calciatore con cui mi sono allenato. Avrei voluto giocarci di più insieme», racconta Mauro che oggi sarà al S.Elia, per la prima volta da spettatore, con l’amico napoletano «Coca Cola» e forse il compagno d’attacco dei miracoli rossoblù Antonio Langella che, come Esposito, ha detto basta e vive nel sassarese.
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Ricordate Mauro Esposito? Ora fa lo stilista
Il mondo del calcio lo ha disgustato e si è messo a produrre una linea di T-shirt con l’immagine del Cristo del Corcovado
Mauro, a dir la verità, gioca ancora: nei tornei Uisp. A Pescara. Dove vive con Alessandra e i due figli, maschi, e tifosi della Roma. «Ci chiamiamo “Quelli della notte” e il 16 sfideremo i “Pescara smile” fortissimi. Ci giocano Oddo e Zauri. Il calcio vero un po’ mi manca, ma sono rimasto troppo male. L’errore è stato rifiutare le proposte di prima divisione (Carrarese, Feralpi Salò, Como). Dovevo subito rimettermi in gioco, ma le offerte erano davvero ridicole. Forse mi aspettavo maggior riconoscenza. Quando sei in difficoltà tutti scappano. In fondo nel 2006 ero tra i 30 aspiranti al Mondiale. A Lippi devo tanto, come a Ventura e Spalletti, tecnicamente i migliori. Ma Sonetti mi ha dato la svolta inventandomi esterno». Ricordi, con un velo di tristezza. Ora Mauro farebbe l’osservatore. Oggi osserverà le sue squadre del cuore.
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