I due pullman di Josè Mourinho. Il primo lo ha piazzato davanti alla porta di Rui Patricio, sul secondo si è accomodato e si è goduto, in qualità di squalificato, il successo in rimonta della sua Roma, scrive Luigi Garlando su La Gazzetta dello Sport.
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Ribaltone Mou, buio Inter
Un risultato che rimbomba perché i giallorossi non battevano l’Inter dal febbraio 2017, cioè da 10 partite, ma soprattutto perché, nel torneo scorso, la Roma non aveva fatto un solo punto nei sei incroci contro Inter, Milan e Juve e invece ora, dopo otto giornate, ha già raccolto quattro punti in casa di Juve e Inter. Di sicuro una squadra in crescita, ma serviranno altre verifiche per annunciare l’approdo alla definitiva maturità da vertice. Ieri Mou ha rinunciato al centravanti ed è partita chiusa dietro. Non è stata presa a pallate come allo Stadium, ma ha subito l’Inter e, passata in svantaggio, ha rischiato di affondare. Poi è risalita, con l’aiuto dei nerazzurri, ha pareggiato con Dybala ed è andata a meritarsi la vittoria con un arrembaggio di Smalling.
La Roma ha attaccato quando è stata costretta. Questo è il gradino che deve salire: attaccare per scelta, avendo una qualità offensiva che altri si sognano. Il Napoli, che ha più coraggio e più gioco, lo fa. Ecco, l’incrocio con la squadra di Spalletti del 23 ottobre potrà dirci di più. Ma intanto Mou si è addormentato al quarto posto, virtuale ma dolce, oltre la Lazio, 4 punti sull’Inter. Già era il padrone assoluto dell’Urbe. Figuriamoci ora... Miele e incenso.
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