rassegna stampa

Riapertura stadi, il CTS boccia il 25%

No alle Regioni sull’aumento degli spettatori: "Troppo presto, attendiamo metà ottobre"

Redazione

Il momento è delicato. Basta far saltare una piccola rotella dell’ingranaggio per mandare all’aria tutto. Ed è il motivo che ieri ha portato il Comitato Tecnico-Scientifico a non concedere alcuna deroga all’apertura degli stadi al 25% delle capienze, scrive Mario Canfora su La Gazzetta dello Sport.

"In coerenza con quanto più volte raccomandato, riteniamo che non esistano - al momento - le condizioni per consentire, negli eventi sportivi all’aperto e al chiuso, ulteriori aperture per la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome".

Secondo gli esperti bisognerà aggiornarsi verso metà ottobre, quando saranno più chiari gli effetti della riapertura delle scuole sull’andamento della curva del virus. Si resta quindi con le regole attuali che fino al 7 ottobre prevedono un massimo di mille spettatori per gli eventi all’aperto e di 200 al chiuso. Non è stato un provvedimento inatteso, perché le parole del ministro Roberto Speranza di venerdì sera lasciavano poco spazio alle illusioni: "Non siamo d’accordo all’apertura del 25% degli impianti, sono rischi troppo elevati, la nostra priorità in questo momento è la scuola".

A questo punto, con il no del Cts, appare difficile che dalle regioni possano arrivare ulteriori concessioni oltre a quelle già in essere: alla fine, bisognerà attendere una decina di giorni per poi capire se potrà esserci un’uniformità nazionale nel nuovo Dpcm.

Il no del Cts ha trovato la comprensione del presidente della Figc Gabriele Gravina: "Rispettiamo la decisione. È fondamentale avere il pubblico allo stadio, ma sappiamo che la riapertura dovrà avvenire con la massima gradualità e proporzione delle strutture".