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Regalo Roma. Errore di Ibanez, decide Anderson: Sarri alla Mou, il derby è suo

Regalo Roma. Errore di Ibanez, decide Anderson: Sarri alla Mou, il derby è suo - immagine 1
La Lazio vince con una strategia da... José: raccolti davanti a Provedel. Zaniolo colpisce la traversa

Redazione

Per la bellezza, ripassare. Lo spettacolo c’è stato solo sugli spalti, con le coreografie di un Olimpico ancora una volta esaurito, scrive Fabio Bianchi su La Gazzetta dello Sport.

Questo derby non passerà alla storia né per il gioco né per le occasioni. È stato un derby giocato sulla tensione, sulla paura di perdere la chance di allungo e di sorpasso. Lo ha deciso un episodio e quell’episodio ha favorito la Lazio che così ritorna davanti alla Roma e si piazza in zona Champions, al 3° posto. Modo migliore per dimenticare la retrocessione in Conference League non c’era. Forse sarebbe stato più giusto un pari per quel, davvero poco, che si è visto, ma ha avuto la meglio la cinica concretezza della Lazio sulla prudenza iniziale e la confusione finale della Roma. Per certi versi, si può dire che Sarri abbia battuto Mourinho con le sue armi.

Chi si aspettava una Roma più offensiva, è rimasto deluso. El Shaarawy in panchina, con Camara preferito al geometrico Matic. Questa scelta di Mourinho, più comprensibile di quella del Faraone, perché in mezzo aveva bisogno di ritmo e brillantezza di fronte ai peperini laziali che provavano a sfruttare la miglior velocità di gambe, e anche di pensiero. Il primo round è stato certamente deprimente sotto il profilo del gioco, con la Roma che nei primi cinque minuti ha fatto due squilli con Zaniolo ma poi si è incartata nei troppi passaggi laterali tra difensori con scarichi sulle fasce o lanci lunghi quando ormai la Lazio era ben posizionata. Una Lazio sorniona, come è stata quella della trasferta di Firenze, attenta a non regalare spazi e provare a pungere in ripartenza. Ma, tranne una bell’azione con l’imbucata di Pedro per Zaccagni, sul cui cross arretrato era ben posizionato Mancini, anche la banda Sarri non è che avesse fatto vedere granché.  Con quest’andazzo, non era difficile prevedere che soltanto un episodio o un errore avrebbe potuto sbloccare la sfida. E difatti eccolo, l’errore di Ibanez che si faceva contrastare da Pedro mentre stava per cercare l’uscita palla al piede, ma quella palla è finita tra i piedi di Anderson che non s’è fatto pregare ad infilarla alle spalle di Rui Patricio.

Il colpo ha dato una svegliata alla Roma che ha cercato di velocizzare la manovra e per poco non riusciva a pareggiare con il tiro di Zaniolo, deviato da Marusic, finito sulla traversa. Ma è stato l’unico acuto, perché la Roma steccava in avanti con un Abraham a dir poco deludente e un Pellegrini ben controllato e in precarie condizioni che non riusciva a inventarsi la giocata.

Nella ripresa la Roma votata tutta all’attacco che però ha assediato il pullman (prerogativa di Mou) davanti alla porta di Provedel, bravissimo in uscita nello sventare i pericoli aerei, con tanta confusione. Alla fine, i giallorossi non sono riusciti nemmeno una volta a centrare lo specchio.