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Ranieri: “Non c’è solo estetica. Successi per 1-0 fanno anche crescere”

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L'ex tecnico giallorosso: "Ciò che conta è non fermarsi. Pensi alla Roma col Vitesse. Su quel campo terribile era impossibile fraseggiare"

Redazione

In tempi di mourinhismo ritrovato, allegrismo di conferma e guardiolismo di rincorsa, ci piace immaginare, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Annibale Frossi pulire le lenti dei suoi immancabili occhiali e sussurrare: "Ci ero andato vicino". L’ex campione dell’Inter e della Nazionale, una volta diventato allenatore, teorizzava sicuro: "Il risultato perfetto è 0-0 perché significa che nessuno ha commesso errori". Tesi estremistica, ovvio, che però adesso viene accarezzata dai signori del «corto muso», quelli che vincono “solo” 1-0 e scoprono di essere felici. E se la Roma dello Special One è fresca di tre 1-0 di fila assai pesanti sia in campionato che in Conference League (e il bilancio stagionale della Roma è di 6 risultati identici), si ritrova nei pressi anche di Allegri e Guardiola. Siamo ancora lontani dagli 11 successi per 1-0 del Milan degli Invincibili di Capello (1992-93), ma ci sono ancora tante partite da giocare e un sottotesto che ci spiega uno che ne capisce parecchio: Claudio Ranieri, generale di mille campagne in tutta Europa.

Ranieri, i numeri dicono che lei conosce l’arte dell’1-0. Lo sa che il suo super-Leicester ha vinto 6 volte con tale risultato? "Non lo ricordavo, ma so che sapevamo soffrire quando occorreva. Ci possono essere delle partite in cui non giochi particolarmente bene, perché magari non sei in gran forma. Ciò che conta è non fermarsi. Pensi alla Roma col Vitesse. Su quel campo terribile era impossibile fraseggiare e quindi per un tempo ha patito, ma poi i campioni fanno la differenza: Openda ha avuto la chance e l’ha sbagliata, Dzeko invece avrebbe fatto gol. Quella di Oliveira, ad esempio, è stata una bella esecuzione e poi nella ripresa i giallorossi sono stati in controllo". Gli esteti approverebbero? "Non si può pensare solo all’estetica. Provi a vincere sei partite per 1-0 o a perderle per 1-0, e veda che differenza fare nello spirito di una squadra. Le dico di più. Vincere così, poi ti fa cominciare a giocare anche bene". D’altronde gli 1-0 non sono tutti uguali. "Esatto. Non è detto che bisogna difendersi sulla linea di porta. Si può farlo, e bene, aggredendo l’avversario davanti o alzando la diga a metà campo". Quanto è utile avere difensori leader? "Tanto. Guardi la Roma com’è cresciuta col ritorno di Smalling. Il Milan di Capello aveva Baresi, Allegri invece Bonucci, Chiellini e ora De Ligt, Anche io nel Leicester puntavo su Morgan e Huth".