Ieri, scherzando, qualcuno a Trigoria malediceva il posticipo di domani sera. "Ma con l’Empoli non si poteva giocare oggi?". Già, perché nel frattempo la Roma perde un giocatore al giorno e il timore che possa succedere ancora qualcosa è un piccolo incubo. L’ultimo a far tremare i polsi è stato Nicolò Zaniolo, che ieri si è recato a Villa Stuart per un problema al polpaccio destro. Gli esami strumentali, per fortuna, hanno escluso lesioni, si tratta solo di una risentimento muscolare legato alla fatica della lunga battaglia di Oporto. Se potrà contarci o meno, però, Claudio Ranieri lo saprà solo in extremis, valutando le sensazioni del giocatore, riporta "La Gazzetta dello Sport".
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Ranieri già in salita. Roma a pezzi, rischia pure Zaniolo
Problemi al polpaccio per Nicolò Sono fuori in sette (più Pastore). Il tecnico: "Lottare è la mia vita"
Insomma, la ripartenza di Ranieri in giallorosso rischia di essere davvero tutta in salita. Perché ai tre squalificati (Fazio, Kolarov e Dzeko) si sono andati aggiungendo da mercoledì in poi tutta una serie di infortunati (De Rossi, Pellegrini e Manolas), tenendo poi conto anche di Under e Pastore. Il turco e l’argentino anche ieri hanno lavorato a parte. Ed anche tra i 14 arruolabili ci sono giocatori che non sono al massimo della condizione fisica: Zaniolo appunto, ma anche Marcano e Schick, che nei giorni scorsi hanno avuto entrambi piccoli contrattempi.
Che poi molto della Roma di domani sera dipenderà proprio dalla presenza di Zaniolo o meno. Con Nicolò, infatti, Ranieri può schierare il 4-2-3-1, che è anche il modulo preferito dalla squadra. Senza dovrebbe virare sul 4-4-2, con Perotti a girare intorno a Schick ed El Shaarawy e Florenzi a presidiare le due fasce. Perché poi la rivoluzione che Ranieri ha in mente passa sostanzialmente da tre passaggi chiave: 1) tenere Zaniolo sempre più nel vivo del gioco, in posizione centrale, dove può toccare più palloni. Insomma, con Ranieri sarà difficile vedere Nicolò giocare da esterno; 2) impostare una difesa bloccata, sicuramente più accorta rispetto al concetto di Di Francesco di giocare con la linea alta; 3) sfruttare esterni d’attacco che però diano equilibrio e che garantiscano anche la fase difensiva. In tal senso, El Shaarawy resta anche per Ranieri (come per Di Francesco) una scelta privilegiata.
(Andrea Pugliese)
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