La differenza sta nella qualità più che nel carattere. L’Italia ci prova, lotta, corre, s’impegna, stringe i denti, soffre, non molla, però la Croazia fa girare il pallone che è una meraviglia, apparecchia un tiqui-taca in mezzo al campo che fa girare la testa agli azzurri, e non c’è modo di fermare questo dominio. Piedi buoni, passaggi ravvicinati, smarcamenti puntuali, terzini che attaccano, attaccanti che rientrano: la nazionale di Kovac pare un gigantesco frullatore, tutto si muove, nulla è definitivo, è il trionfo dell’estetica (e, per nostra fortuna, non dell’efficacia). D’altronde, è sufficiente vedere chi sta davanti alle rispettive difese, a organizzare la manovra e a distribuire il gioco: la Croazia piazza lì un maestro come Modric, e quando la stella del Real Madrid esce per infortunio al suo posto ci va Rakitic. La raffinatezza al potere. L’Italia, invece, a fare il classico lavoro del regista, ha De Rossi, ottimo incontrista, utile in fase di contenimento, ma troppo scolastico in impostazione. Ne deriva che il possesso-palla sia totalmente a favore della Croazia: 61,9 per cento contro il 38,1 degli azzurri. Inoltre: 619 passaggi dei croati, a testimoniare i loro fraseggi, contro i 374 dei ragazzi di Conte. In soldoni: i nostri avversari hanno le chiavi della partita in mano, noi aspettiamo e puntiamo sul contropiede. Proprio come accadeva una volta...
rassegna stampa
Rakitic un professore De Rossi un allievo E dobbiamo inseguirli
La differenza sta nella qualità più che nel carattere. L’Italia ci prova, lotta, corre, s’impegna, stringe i denti, soffre, non molla, però la Croazia fa girare il pallone che è una meraviglia, apparecchia un tiqui-taca in mezzo al campo...
ATTEGGIAMENTO Ivan Rakitic giganteggia per numero di tocchi: 115. Sono 90 i suoi passaggi (18 sbagliati), 11 i lanci riusciti, 4 le occasioni create, 13 i palloni recuperati e 22 quelli persi. Altro dato che conferma le notevoli qualità tecniche di Rakitic: 4 dribbling tentati, tutti riusciti. Difficile portargli via il pallone, bisogna proprio che decida lui di consegnartelo... Discorso diverso se prendiamo in esame De Rossi: 62 tocchi, 51 passaggi (9 sbagliati), 6 lanci, 1 occasione creata, 9 palloni recuperati e 9 palloni persi. In pratica, dai numeri risulta evidente che Rakitic è molto più coinvolto nella partita rispetto a De Rossi, e la ragione sta nell’atteggiamento aggressivo della Croazia e in quello attendista dell’Italia. Per intenderci: il baricentro azzurro è molto basso, a quota 47,4 metri; quello croato è medio, a quota 51,8 metri. Noi recuperiamo il pallone praticamente dalle parti di Buffon (28,2 metri), i nostri avversari pressano con gli attaccanti e ci mettono in difficoltà (43,1 metri).
TALENTO Non solo Rakitic, comunque. La Croazia formato Penelope tesse la tela, cuce e ricama grazie al talento di Perisic (55 tocchi, 5 cross, 4 tiri, 1 gol) e di Brozovic (81 tocchi, 73 passaggi, 9 lanci riusciti). Il contributo di Marchisio e di Candreva, in termini di costruzione del castello, non è altrettanto sostanzioso: lo juventino sbaglia addirittura 10 passaggi su 38, mentre il laziale si segnala per il gol, per le tante sgommate sulla fascia, ma da solo non può bastare a creare una manovra armoniosa ed efficace. Accontentiamoci, per adesso, della «toccata e fuga»: in fondo, è sempre stata la nostra tattica preferita.
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