C’è solo da capire se come leggenda vale più uno o l’altro. Questione di gusti o di talenti se preferite. Anche se poi a mettere d’accordo tutti, anche due fenomeni dello sport come Usain Bolt e Diego Armando Maradona, ci ha pensato proprio lui, Francesco Totti, sommerso di auguri provenienti da un po’ tutto il mondo per i suoi 40 anni. Un fiume d’amore che ha lasciato senza parole lo stesso Totti. Sorpreso ma felice.
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Quante stelle per Totti: Maradona, Messi e Bolt. I 40 anni di Francesco e un mondo di auguri
Il capitano giallorosso sommerso di auguri provenienti da un po’ tutto il mondo per i suoi 40 anni. Un fiume d’amore che ha lasciato senza parole lo stesso Totti. Sorpreso ma felice
Eppure, proprio per rompere l’imbarazzo, Totti ieri si è alzato prestissimo, sbarcando per primo a Trigoria, verso le 8.20, quasi per evitare di arrivare con il plotone di abbracci già pronto a sommergerlo. Pizza e porchetta per tutti, con papà Enzo, (lo «Sceriffo») e un regalo speciale per lui: una maglietta con su scritti 40 aggettivi che lo descrivono come persona e un «Sei uno di noi» ben in vista. Francesco è arrivato quasi alle lacrime, quei dipendenti sono le persone che lo hanno visto crescere a Trigoria, quelli a cui il capitano della Roma tiene di più.
Come riportato nell'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport",, nelle interviste Francesco ha ripercorso un po’ tutta la sua storia calcistica. «Scudetto a parte, il momento più emozionante di questi 40 anni è stato quello dell’esordio: da lì è partito tutto. Il compagno che ho amato di più? Candela, che tuttora frequento, anche se mi sarebbe piaciuto giocare con Falcao e Cerezo. Di certo non ho mai cacciato un allenatore, né l’ho fatto mai venire. C’è stato un momento in cui ho rischiato però di andare via, è stato subito dopo lo scudetto, quando sono stato vicinissimo ad andare al Real Madrid. Avevo bisticciato con il presidente, lui non voleva mandarmi. Poi la famiglia e gli amici stretti mi hanno fatto capire che tante cose che ho qui a Madrid non le avrei trovate». Planando poi anche sull’attualità: «Ci sta mancando la continuità di risultati, la voglia di far vedere che questa squadra è pronta per grandi traguardi. Ma è ancora settembre, non aprile. Se troviamo quella continuità lì siamo vicini a Juventus e Napoli. Un regalo? Mi toglierei dieci anni, credo che tra 30 e 35 anni sia l’età migliore per un calciatore. Piola? Raggiungerlo è un obiettivo, anche se so che sarà praticamente impossibile. Mi piacerebbe però segnare un gol nella finale di Europa League, questo sì. Gli auguri di Messi? Fanno piacere, ma non so se riuscirò ad accontentarlo davvero».
(A. Pugliese)
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