Per un momento Giampaolo è stato vicino alla Juventus, era l'estate del 2009. Poi i bianconeri scelsero Ferrara. Due estati più tardi la prima Roma americana era alla ricerca di un tecnico ideale per la stagione del rinnovamento. Alla fine la scelta cadde su Luis Enrique, ma prima di lui Baldini e Sabatini pensarono anche ad altri nomi, tra cui Pioli e quello dell'allenatore dell'Empoli.
rassegna stampa
Quando a Trigoria volevano Giampaolo, l’allenatore che studiava il guardiolismo
Nel 2011 l'attuale tecnico dell'Empoli rientrava nella rosa dei nomi di Sabatini e Baldini per la panchina della Roma. Alla fine la scelta cadde su Luis Enrique
Sabatini - come riporta Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport" - lo considerava un candidato «serio e credibile», un uomo capace di far giocare bene le sue squadre, di regalare un calcio elegante e aristocratico. I contatti furono avviati dal d.s. giallorosso, un passaggio fu fatto anche da Baldini. Poi né Giampaolo né Pioli furono scelti: non per demeriti, ma perché la piazza aveva bisogno di un nome diverso. Più attraente, magari anche più esotico. Arrivò così Luis Enrique, che veniva dal Barcellona e che si portava dietro l’etichetta di allievo di Pep Guardiola. E tra gli intrecci della vita calcistica di Giampaolo c’era stato poco prima proprio il Barcellona, dove il tecnico dell’Empoli era stato per un po’ a studiare proprio quel calcio lì. Quello di Guardiola, ma anche quello di Luis Enrique.
«Per far bene dovremo giocare con la testa libera, affrontiamo probabilmente la squadra tecnicamente più forte del campionato — dice Giampaolo — Dovremo difendere giocando, mantenendo alta l’attenzione sulle letture». Eccoli lì, concetti che trasudano di «barcellonismo». «Ma per fare risultato dovremo fare una grande prestazione su tutti i piani: tecnico, fisico e tattico. E sperare di trovare una Roma a mezzo servizio. Stiamo cambiando qualcosa sulle palle inattive, cerchiamo maggiore attenzione per sfruttare al meglio anche queste situazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA