Ieri in Campidoglio è stato chiaro fin dall'inizio quando Marcello De Vito, il presidente del Consiglio comunale, non un membro qualsiasi della Giunta, ha aperto l’incontro con i soggetti proponenti. E il «taglio» del suo discorso è stato tutto politico: non abbiamo nulla contro lo stadio, non ci piace il resto del progetto, non possiamo rinnegare il nostro voto contrario di due anni fa, ma non possiamo nemmeno trascurare cosa questo progetto può rappresentare per la città: investimenti, opere pubbliche, posti di lavoro, come scrive Alessandro Catapano su La Gazzetta dello Sport.
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Prove d’intesa su Tor di Valle. Baldissoni: “Andiamo avanti”
Si prova il compromesso sullo stadio tra Baldissoni e Berdini: meno cubature e si trova la quadra
Più che addentrarci nei dettagli tecnici di una trattativa che, probabilmente, si assesterà non tanto sul numero di torri quanto sulla loro altezza (tradotto: via qualche piano e possiamo trovare la quadra), va spiegato il peso politico del passo compiuto ieri in direzione del progetto Tor di Valle. Sintetizzato: la passione idealista dell’assessore Berdini è per certi versi ammirevole, ma questa Giunta deve fare i conti con la legge e non può ignorare i passaggi amministrativi già mandati in archivio. È per questo che i «miglioramenti» che auspica il vice sindaco Daniele Frongia saranno, con buona pace di Berdini, solo i «ritocchi» citati da Stefano, dunque «compatibili con il progetto al vaglio della Conferenza di servizi», come ricorda giustamente Mauro Baldissoni. In pratica: il milione di cubature subirà giusto qualche sforbiciata.
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