Bruno Peres è il protagonista di un clamoroso ritorno. A 29 anni infatti, complice un contratto fino al 2021 che nessuno si è voluto accollare, il terzino brasiliano che la Roma acquistò nel 2016 per circa 13 milioni, è tornato alla base, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Incedibile, insomma, nel senso letterale del termine, anche perché i due prestiti da cui è reduce – San Paolo e Recife - non hanno portato al sospirato riscatto, mentre in Italia, tra ingaggio non banale e poca affidabilità, di richieste non sono arrivate. Così, se in giallorosso ha giocato 45 partite nella prima stagione (con 3 gol) e 25 nella seconda (1), al San Paolo si è fermato a 19 (1) e al Recife, in Serie B, soltanto a 3. Così dopo le visite mediche, da ieri la Roma lo ha riabbracciato ufficialmente, ma con un avviso ai naviganti a cura del d.s. Petrachi da non lasciare dubbi sul margine di tolleranza che lo aspetta: zero. "Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità, ma la prima volta che sbaglia va a casa".
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Tra l’altro, mettendo da parte l’incidente d’auto del febbraio 2018, ad avere brutti ricordi di Peres in quel mese forse è lo stesso Fonseca, perché forse la cosa migliore che il brasiliano ha fatto in giallorosso ha avuto come vittima proprio lo Shakhtar dell’allenatore portoghese. Ottavi di Champions 2017-18. Nell’andata giocata in Ucraina la Roma perse 2-1 ma al 93’ il brasiliano salvò di tacco nei pressi della linea un tiro di Ferreyra che neppure l’immenso Alisson avrebbe potuto parare.
Ma il mercato è ancora da scrivere. Voci su Carlos Augusto, terzino sinistro del Corinthians (per l’estate). Ieri poi Zidane, alludendo anche a Mariano Diaz ha detto: «Ci sono giocatori che non hanno minutaggio e questo potrebbe essere un problema. Fino al 31 gennaio possono succedere molte cose». Vero, ma solo se Kalinic accetterà di trasferirsi. E lo stesso vale per Perotti (ha richieste anche nei Paesi Arabi e in Turchia), Juan Jesus (Fiorentina e Cagliari) e Pastore (Cina).
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