rassegna stampa

Una prova tv extra-large. E senza i filtri dei registi

L’idea è di mettere a disposizione non solo della procura federale ma anche quello che non viene mandato in onda dalle pay tv licenziatarie delle dirette delle partite, cioè Sky e Mediaset

Redazione

Tutte le partite saranno sullo stesso piano, uno Juve-Milan come un Empoli-Sassuolo, e non recheranno l’impronta del regista di turno. La Lega Serie A si appresta a chiedere alla Figc una modifica della prova tv, non nel ventaglio delle sanzioni (condotta violenta, antisportiva o espressioni blasfeme) ma nei mezzi a disposizione per chi valuta, chi giudica ed eventualmente chi deve difendersi. Sembrano tecnicismi ma non lo sono: è come se si volesse togliere il fiato a qualsivoglia polemica, legata appunto alla “discrezionalità” sinora regnante per i filmati a disposizione della prova tv.

POLEMICHE - D’altronde, l’Italia è lo stesso Paese delle dietrologie e dei sospetti nel quale a febbraio divampò la polemica tra rossoneri e bianconeri, dopo il non fuorigioco di Tevez mostrato dalle pay tv che fece adirare Galliani tanto da decidere per il 2015-16 di centralizzare in capo alla Lega la gestione di registi e produttori da impiegare negli stadi del massimo campionato. Registi e produttori indipendenti si faranno: il progetto è stato condiviso nella commissione diritti audiovisivi, si aspetta l’ok dell’assemblea, con Infront che si è candidata ad occuparsi della formazione dei professionisti e Marco Bogarelli che ha annunciato l’ingaggio di un coach di «provata esperienza, spesso non vicino a noi in passato», giusto per spegnere le accuse di un’invasione di campo. Se questa è materia di pertinenza della Lega, la prova tv deve invece passare da Roma: la proposta di modifica dell’articolo 35 del codice di giustizia sportiva, contenuta nelle conclusioni della commissione questioni arbitrali di via Rosellini al pari del passaggio da 4 a 5 ammonizioni per le squalifiche e della conferma degli arbitri di porta, verrà esaminata dal consiglio federale a giugno, in tempo per la prossima stagione.

METODO - Per raggiungere l’obiettivo che si è posta – da un lato l’uniformità di giudizio, dall’altro l’ampliamento dei mezzi di prova – la Lega ha studiato il seguente piano. L’idea è di mettere a disposizione non solo della procura federale ma anche, eventualmente, a discolpa delle società l’intero materiale televisivo catturato dalle telecamere presenti negli stadi, anche quello che non viene mandato in onda dalle pay tv licenziatarie delle dirette delle partite, cioè Sky e Mediaset. Attualmente, infatti, gli uomini della procura guidata da Stefano Palazzi, e di conseguenza il giudice sportivo Gianpaolo Tosel che commina le sanzioni, si basano sulle immagini che vengono diffuse dalle due emittenti: il codice parla di «filmati di documentata provenienza» escludendo ovviamente riprese amatoriali magari fatte con un telefonino. Il materiale trasmesso dalle tv, tuttavia, non solo è un pezzo di tutto quello che viene girato ma è anche il frutto di un racconto giocoforza soggettivo, visto che resta nella piena autonomia artistica ed editoriale di produttori e registi confezionare il prodotto tv che meglio credono. Ecco, quello che la Lega vuole evitare è che il prodotto tv, filtrato da occhi uomini, sia lo stesso che viene impiegato per i fatti disciplinari. Come si fa? Per la Lega è semplice: noi registriamo e archiviamo le immagini dei 90 minuti riprese da tutte le telecamere presenti nello stadio, questo materiale possiamo metterlo a disposizione di accusa e difesa, attraverso un portale web riservato, in modo da estendere i mezzi di prova utilizzabili in base all’articolo 35 del codice di giustizia sportiva. Ma non è finita qui.

TELECAMERE - Alcuni club si sono lamentati di una presunta disomogeneità di giudizio anche per il fatto che le partite di Serie A non sono coperte dallo stesso numero di telecamere: si va da un minimo di 10 a un massimo di 14, oltre alle integrazioni di Sky e Mediaset. E allora la proposta che la Lega recapiterà alla Federazione si completa con un numerino: 10. È lo standard base per un match di A. Ecco, per la prova tv la Lega vuole che il segnale utilizzabile sia quello prodotto dalle 10 telecamere presenti in uno stadio del massimo campionato, indipendentemente che si tratti di un big-match o di uno scontro tra provinciali, ferme restando le integrazioni delle pay tv. Ciò eviterà di trattare, ai fini della prova tv, un anticipo o posticipo serale (quello con le 14 telecamere massime) come un evento più rilevante di una qualsiasi gara della domenica pomeriggio. La Lega, insomma, vuole uniformare la prova tv. La palla passa alla Figc, ma non c’è motivo per dubitare che la richiesta venga accolta.