Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

rassegna stampa

Protocollo in salita. Comitato Tecnico e Federcalcio: ecco tutti i nodi

Tra domenica e lunedì confronto decisivo. Lo scetticismo degli scienziati e i dubbi sui viaggi per giocare. Resta il rebus quarantena

Redazione

Tra domenica e lunedì. Il confronto fra il Comitato tecnico-scientifico del governo, la commissione medica della Figc e la Federazione Medico-Sportiva, dovrebbe avere quella collocazione in agenda, come riporta La Gazzetta dello Sport.

Naturalmente non è detto che sia l’interlocuzione definitiva, anzi è possibile il contrario.  È chiaro che una cosa sarebbe un’indicazione per una possibilità di allenamento in forma individuale, proprio quella che è stata negata agli sport di squadra e invece concessa da lunedì a tutti gli atleti degli sport individuali, un’altra un possibile percorso che dia un via libero totale, propedeutico a una ripresa agonistica.

Diciamoci la verità. Si parte in salita, anzi di più. Ma il tema principale riguarda sempre l’eventualità di una positività in corsa. Su questo fronte, ormai è chiaro, il protocollo bis dovrà comunque prendere atto della necessità di una quarantena di due settimane per il calciatore, o membro dello staff, contagiato. E i suoi contatti ravvicinati. Un’area di persone che si allargherebbe nel caso tutto questo si verificasse già nella fase di ripresa agonistica. Fermarsi due settimane significherebbe azzerare il progetto ripartenza. Perché uno stop del genere stroncherebbe un calendario che dovrebbe procedere a tutta velocità per arrivare al traguardo del 2 agosto, la scadenza Uefa per terminare i campionati. È questa possibile variabile della scena che ha portato Spadafora ad avere un atteggiamento sempre meno fiducioso verso la ripartenza fino alla frase di due giorni fa, «il sentiero sempre più stretto», che è sembrata quasi una condanna già scritta.

A quanto sembra, il faticoso percorso di cambiamento del protocollo potrebbe passare per alcune correzioni formulate anche sulla base delle «linee guida» per gli sport professionistici aggiornate dalle Federazione medico-sportiva. È probabile che si possa ipotizzare un numero maggiori di pit stop per i tamponi e test sierologici. Uno sforzo per arrivare vicino al rischio zero. Al momento attuale il Comitato tecnico-scientifico non ha però ancora ripreso in mano il fascicolo.