Da anni a questa parte si parla del progetto a Tor di Valle per lo Stadio della Roma, ma arrivati quasi al termine della telenovela, ancora non si capisce come andrà a finire questa tormentata vicenda. Può succedere di tutto. Nella giornata di ieri è arrivata in Regione una telefonata dalla segreteria della sindaca in cui si sottovoce di poter visionare il documento inviato la sera precedente dall’assessorato all’Urbanistica, da Paolo Berdini, in cui si chiedeva alla Conferenza di servizi di valutare il rinnovato rischio idrogeologico emesso dall’Autorità di bacino del Tevere e, sulla base di quello, bocciare il progetto. Dalla Giunta, invece, arriva la richiesta di proroga di 30 giorni accolta oggi dalla Regione.
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Proroga concessa, ma il fronte del “no” riprende quota
Per la decisione finale sullo Stadio della Roma ci saranno altri trenta giorni di tempo. Termine ultimo il 3 marzo
Tutto, dunque, rimandato al 3 marzo, l’ultima dead line fissata - riporta La Gazzetta dello Sport -, giorno in cui la Conferenza valuterà positivamente il progetto solo in presenza di una variante al piano regolatore scritta, sottoposta al voto di Giunta e, soprattutto, del Consiglio comunale. Senza questo passaggio, tutto finirà con un nulla di fatto. La domanda che ci si pone è una sola: la Giunta Raggi vuole farlo o non vuole farlo questo benedetto stadio? Le cubature del progetto verranno ridotte del 15-20% come vorrebbero la sindaca e un discreto numero di consiglieri, o sarà fatto entro quelle previste dal piano regolatore generale? Di quest'ultima idea sembrano essere il solito Berdini e il presidente della Commissione Trasporti Stefano, per cui la pratica, ammesso che Pallotta e Parnasi siano sempre disponibili, ripartirebbe dalla casella di partenza, quindi necessiterebbe di una nuova delibera di pubblica utilità. Intanto starebbe tornando di moda il tentativo di fare a meno della variante, alquanto improbabile, e sarebbero stati allertati i legali per impiantare una causa milionaria, idea sempre più in crescita.
(A. Catapano)
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