rassegna stampa

Progetto stadio, il club ha perso la pazienza: ok entro l’estate

Rispettate le prescrizioni della Conferenza di servizi: attese dal Comune Variante e Convenzione

Redazione

Lo stadio della Roma, ormai, è diventato un paradigma di come non devono andare le cose. Anche il nuovo proprietario della Fiorentina, Rocco Commisso, lo ha capito. "Un nuovo stadio? Non aspetterò dieci anni come la Roma". Ne sono passati "solo" sei e mezzo, ma nessuno ha ancora la certezza che il nuovo impianto vedrà effettivamente la luce a Tor di Valle.

Comune e club ora vengono definiti distanti perfino sulla pubblica utilità dell’opera. Ieri "Il Messaggero" ha svelato l’esistenza di una lettera che il Dipartimento Urbanistica ha inviato il 13 maggio scorso a Roma ed Eurnova, i due soggetti proponenti, accusati di aver presentato modifiche tali da rimettere "in discussione l’intero assetto del progetto", perché verrebbero meno "gli elementi qualificanti del già dichiarato interesse pubblico". Tra i motivi del presunto casus belli, è citato anche il vincolo di utilizzo dell’opera, minimo 30 anni, che il club – denuncia il Comune – vorrebbe ridurre. Circostanza che ieri la Roma ha smentito. Peraltro la lettera è stata superata dall’incontro di mercoledì, in cui le criticità emerse per la diversa interpretazione che il Comune vorrebbe imporre al club sui tempi e i modi del restyling della linea Roma-Lido e dell’unificazione di via del Mare ed Ostiense. La Roma è tranquilla, in entrambi i casi rispetterà le condizioni contenute nella delibera di interesse pubblico e le prescrizioni della Conferenza di servizi, cioè verserà i 45 milioni del contributo costo costruzione che il Comune, per sua scelta, intende utilizzare per l’acquisto di nuovi convogli, e provvederà all’unificazione di via del Mare ed Ostiense, magari contribuendo pure ad effettuare gli espropri, questione che non gli competerebbe. Sui tempi, però, il club non transige: l’apertura dello stadio non può aspettare né il completamento della Roma-Lido, di cui deve occuparsi la Regione, né gli espropri dell’Ostiense, un capriccio del Comune. La variante al piano regolatore e la firma della Convenzione urbanistica devono arrivare entro l’estate. Altrimenti davvero l’alternativa Fiumicino diventerà credibile.