(La Gazzetta dello Sport - A.Catapano) - Luis, che confusione Mai gli stessi uomini Perché levare Heinze?
rassegna stampa
Processo alla Roma
(La Gazzetta dello Sport – A.Catapano) – Luis, che confusione Mai gli stessi uomini Perché levare Heinze?
Come misurare lo stato confusionale in cui sembra versare Luis Enrique? Le risposte nervose, ritardate, evasive, stizzite fornite nel post-partita di Cagliari, potrebbero essere un valido strumento di misurazione, almeno simbolico. Anche ieri pomeriggio, nei venti minuti abbondanti di colloquio alla squadra, raccontano di non aver mai visto Luis Enrique tanto provato e, forse, anche parecchio abbattuto. Difficile e prematuro dire se l'asturiano stia cedendo o si stia rassegnando (qualche segnale in verità ci sarebbe). Più facile constatare come le sue scelte in questi mesi, molte sorprendenti, alcune clamorose, comunque mai uguali a se stesse, non abbiano aiutato i calciatori. Mai la stessa formazione per due partite consecutive, giocatori passati dalla tribuna al campo e viceversa nel giro di una settimana, reparti continuamente rivoltati come calzini. Prendete la difesa: in 25 gare ufficiali Luis Enrique ha schierato otto coppie centrali diverse. Juan-Heinze la più utilizzata (in sei occasioni), e anche l'unica scesa in campo in tre gare di fila. Dove? A Napoli, Bologna e contro il Chievo allo stadio Olimpico. Indovinate come sono finite? Vittorie rotonde, prestazioni molto convincenti, tra le migliori di questa stagione travagliata. [...]
Da Kjaer a José Angel il livello è scadente. Il rebus Marquinho
La domanda sorge spontanea: ma ci sono o ci fanno certi giocatori della Roma? Con il dovuto rispetto, per citare i casi più eclatanti: Simon Kjaer è davvero il combina disastri che abbiamo visto in questi mesi o è entrato in un tunnel senza uscita? José Angel è il terzino che sbaglia pure le diagonali da primi calci o pure lui è vittima della sua timidezza? Aleandro Rosi sa solo spingere o le lacune difensive sono figlie di mancanza di concentrazione? E Leandro Greco? Sono matti Ranieri e Luis Enrique a portarlo in palmo di mano o sbaglia il resto del mondo a considerarlo un calciatore inadeguato a questi livelli? A Trigoria giurano che il problema della squadra, e in particolare di certi giocatori, sia la mancanza di cattiveria agonistica, soprattutto in alcune fasi della partita. A Cagliari, per esempio, quando la Roma si è trovata sul 2-1, lì avrebbero dovuto «ammazzare» la partita. È logico che i dirigenti diano questa spiegazione. Se, invece, puntassero il dito sull'inadeguatezza di alcuni elementi della rosa, sconfesserebbero parte della movimentata campagna acquisti estiva, cui è seguito l'immobilismo della sessione invernale. Davvero Luis Enrique non aveva bisogno di rinforzi a gennaio e chiedeva solo di sfoltire la rosa? Se è così, allora perché un mese fa si puntava ad un difensore centrale e ad un terzino titolari? Possibile che ci si sia fidati di un paio di partite buone dei vari Rosi, Taddei, Kjaer e Juan? Chiacchiere inutili, il mercato è chiuso, si può solo sperare che Marquinho sia un fenomeno[...]
Lamela involuto, Totti tra alti e bassi. Così l'attacco piange
D'accordo, Osvaldo in certi frangenti sarebbe servito come il pane. Per la capacità di fare a sportellate con gli avversari consentendo alla squadra di salire e per come soltanto lui sa buttare dentro certi palloni sporchi. E siamo d'accordo anche sull'inconsistenza di Bojan (di cui scriviamo a parte), praticamente un passante, quasi mai incisivo, né da titolare né da subentrato, e sì che doveva essere l'arma in più a disposizione di Luis Enrique. Sono le ultime prestazioni di Erik Lamela e Francesco Totti che non tornano. L'argentino sembrava definitivamente lanciato e il capitano definitivamente tornato ai livelli migliori. E invece l'uno si è involuto, complici giornate un po' particolari (l'espulsione contro la Juventus, la ramanzina con multa inflittagli dalla società, una cena sopra le righe), l'altro ha smesso di nuovo di segnare e, soprattutto, di far girare la squadra. Con Lamela si chiede pazienza, giustamente: ha 19 anni, ha gli alti e bassi della giovane età. Però è un fatto che il suo peso specifico nella squadra non tenga conto di queste attenuanti: cioè, se Lamela è in palla il calcio della Roma è di un certo livello. Viceversa, manca quella dose di talento che renderebbe meno prevedibile la manovra di Luis. Discorso che coinvolge Totti, anzi soprattutto lui. Il capitano si è assunto tutte le responsabilità della prestazione di Cagliari («Per primi abbiamo sbagliato noi attaccanti, eravamo piazzati male in campo»)[...]
Bojan è un mistero. E i nuovi vengono sgridati dai senatori
Giovani, e quindi giocatori, anzi uomini, ancora da fare. Normale che abbiano chi le spalle strette, chi viceversa la strafottenza, chi voglia spaccare il mondo e chi, invece, non ha ancora compreso dove sia capitato. Ci vorrebbe uno psicologo, ma la Roma ha solo il mental coach, specialista delle pacche sul sedere. E allora si continua a chiedere pazienza perché — è il mantra che in questi giorni arriva da Trigoria — «i giovani devono ambientarsi, possono sbagliare, miglioreranno, assicurano un futuro ricco di soddisfazioni». Ma è il presente avaro di sorrisi che inquieta, e non soltanto i tifosi. È notizia di ieri che i senatori giallorossi, chi più chi meno, si siano rivolti nello spogliatoio di Trigoria in modo piuttosto deciso ai giovani e ai nuovi della squadra. Spronandoli a crescere in fretta, a dare di più, tutto quello che hanno, senza timori, con la dovuta concentrazione. E un pizzico di grinta in più. La prima vera spaccatura nello spogliatoio giallorosso o è stato soltanto un dibattito più vivace del solito? E i baby hanno risposto qualcosa? Qualcuno ne ha avuto il coraggio? Chissà. Intanto, si sono perse completamente le tracce di Bojan Krkic , il più bersagliato ieri. Non parla, non ride, non urla, non esulta, non si dispera. Soprattutto, non gioca. [...]
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