rassegna stampa

Pro Totti: distruggere il capitano sa di follia pura. È la nostra storia

Il capitano dovrebbe essere tutelato da una società che sta cercando di metterlo sulla graticola

Redazione

Passi che qualcuno possa discutere Totti, anche se significa non capire di calcio. Ma che qualcuno possa voler distruggere il capitano è pura follia. Ed è quello che sta succedendo alla Roma. Dove i dirigenti sono delegittimati o in partenza e Spalletti ha assunto le vesti di un dittatore, funzione esagerata per qualsiasi tecnico.

A Trigoria sta andando in scena il tentativo di liquidarlo. Totti sarà pure permaloso, passerà le notti a giocare a scopone - ma che importa se poi con due tocchi risolve la partita? - ma da 20 anni è la Roma. Picconarlo, nella speranza che tolga il disturbo per andare a giocare in America o da qualche altra parte, è un suicidio. Alla faccia della cura del brand che il club ha messo tra le sue priorità.

Si dice che non corre. Sarà. Ma chi conosce la storia romanista ricorderà la sfida tra Nils Liedholm e Pietro Vierchowod, nell'anno del secondo scudetto. Il tecnico, ormai sessantenne, propose un duello allo stopper: vince chi porta la palla oltre la metà campo. Al via, Vierchovod scatta come una freccia palla al piede mentre Liedholm fa due passi e scaglia la palla oltre il centrocampo, per ricordare che una delle regole basilari del calcio è che si segna con la palla, non con il corpo. Particolari che possono sfuggire da Boston, ma non a chi è romanista da sempre.

(L. Caracciolo)