rassegna stampa

Primavera, Roma avanti. «Ma commessi troppi errori»

«La prima partita è sempre la più difficile e paradossalmente chi ha giocato i playoff può arrivarci in condizioni migliori: noi eravamo più riposati, ma un po’ di ritmo ci mancava» afferma il tecnico Alberto De Rossi

Redazione

Ha stravolto la formazione Alberto De Rossi, ha indovinato le scelte e ha vinto, conquistando la semifinale del campionato Primavera, esattamente 10 anni dopo il suo primo scudetto nella categoria, conquistato il 9 giugno del 2005, contro l’Atalanta di Consigli e del povero Morosini. Due a zero quella volta, 2-0 ieri, anche se lo Spezia le sue occasioni per pareggiare le aveva avute, e secondo Fabio Gallo «gol a parte, avevamo dominato: il risultato è bugiardo». «La prima partita è sempre la più difficile – gli risponde pochi minuti dopo il collega della Roma – e paradossalmente chi ha giocato i playoff può arrivarci in condizioni migliori: noi eravamo più riposati, ma un po’ di ritmo ci mancava. Avevamo fatto delle amichevoli, ma non è la stessa cosa».

VERDE SCOLORITO - Non aveva il ritmo neanche Verde, che però ha firmato il rigore che ha sbloccato la partita. «Non era al meglio, era reduce da un infortunio, uno stiramento al polpaccio, l’ ho dovuto togliere perché non ce la faceva più. Ma ce lo teniamo così, anche così è una spina nel fianco degli avversari».

In forma invece Di Livio, preferito a capitan Ferri, alla prima esclusione stagionale: non gioca dalla doppia finale con la Lazio. Il ragazzo che ha giocato al suo posto, di due anni più giovane, ha procurato il rigore del vantaggio, e poi ha centrato il palo a inizio ripresa. «Ma sono tutti importanti per noi, anche Ferri che stavolta è stato fuori – commenta De Rossi – così come D’Urso». Che ha fatto un’ottima stagione, ma si è ritrovato in panchina: al suo posto Ndoj. «Per me è stato il migliore in campo – spiega il tecnico – in allenamento fa grandi cose, è migliorato tantissimo. E quando uno migliora così, devi premiarlo facendolo giocare. Avevo pensato di metterlo a gara in corso, poi ho preferito lanciarlo dal 1’». Lo ha ripagato molto bene, non solo per il gol del 2-0 a tempo scaduto: l’impressione è che la squadra non cambierà molto per la semifinale, e se cambierà, non sarà certo Ndoj a uscire.

BRAVI LORO - Qualche difficoltà in più hanno avuto i terzini, in particolare Anocic a sinistra: le cose sono andate meglio nella ripresa, con Sammartino, ma anche lui ha avuto le sue difficoltà a tenere il nigeriano Nura. «Questo ragazzo ha una velocità incredibile nel ribaltare l’azione, ci ha creato parecchi problemi. Così come il loro centravanti, Sadiq, con una fisicità incredibile, che mi ricordava quella di Tallo, il nostro ex giocatore: allungava la nostra squadra, e accorciava la loro. Ma il problema nostro è stato che abbiamo sbagliato veramente troppi palloni in uscita, specialmente tenendo conto delle nostre qualità tecniche. E non riesco a capire come mai il vantaggio trovato subito non ci ha dato sicurezza. Troppe palle perse, tra centrocampo e attacco». Ma ha sbagliato tanto anche lo Spezia, specie al tiro: per arrivare in finale servirà una Roma diversa.