Stadi pieni per l’inizio del campionato di Serie A. Ma con ingresso solo per chi ha il green pass con il calcio «che può fare da traino per la campagna vaccinale». Paolo Dal Pino ribadisce nella cerimonia dei calendari l’appello al Governo. L’obiettivo del presidente della Lega e dei club è dichiarato e naturalmente attraversa una discussione e una prospettiva che incrocia non soltanto il mondo del calcio. Perché il dilemma continuare a riaprire o fermarsi e addirittura richiudere riguarda un po’ tutti gli ambiti della nostra vita.
La Gazzetta dello Sport
Pressing della Lega: “Stadi aperti con il green pass”. I dubbi del Governo
ingresso solo per chi ha il green pass con il calcio che può fare da traino per la campagna vaccinale
Parametri E se è vero che l’ascesa dei contagi è un dato oggettivo con i 2.153 casi di ieri grazie ai morsi della variante Delta ormai sempre più diffusa nel nostro Paese, c’è anche da registrare per fortuna il calo del ricorso all’ospedale e soprattutto alle terapie intensive, indici che pure ieri sono scesi. Da qui un possibile cambio di gerarchia dei parametri privilegiando il dato del ricovero rispetto a quello del semplice contagio. Una scelta in qualche modo già battezzata in Gran Bretagna, ma che in Italia potrebbe essere irrobustita anche con misure «francesi», l’estensione del green pass pure per l’ingresso a bar e ristoranti, e sicuramente in luoghi di alta concentrazione di persone come gli stadi.
Calcio apripista L’appello di Dal Pino e dei club non sta comunque cadendo nel vuoto e non può lasciare indifferente il Governo. Che però per rispondere deve trovare una coerenza fra le diverse scelte. Un po’ come avvenne in aprile quando Draghi lanciò la strategia del «rischio calcolato» la cui prima traduzione fu proprio il sì a Federcalcio e Uefa per la riapertura degli stadi al 25 per cento che salvò la fase italiana dell’Europeo. Ecco l’altro punto, l’Europeo. L’Europeo del ritorno del pubblico, e ora soprattutto dell’esplosione di tifo azzurro scatenata dall’ultima parata di Gigio Donnarumma sul rigore tirato da Saka. Ma prima della sfida e dell’apoteosi di Wembley c’erano state le prime tappe e in qualche modo anche un’altra vittoria italiana: quattro partite all’Olimpico con il 25 per cento di capienza senza alcun effetto sulla curva dei contagi, con un meccanismo di controllo efficiente (le famose tre condizioni vaccinati-guariti e tamponati per entrare prima che venisse messo a regime il sistema del green pass ). Un esito che rassicura anche sulla capacità di tenuta dei sistemi di sicurezza per la stagione calcistica che verrà.
Prudenza e forcing Il 25 per cento è dunque una soglia minima di ripartenza per il 21 agosto. Federcalcio e Lega si aspettano però un’apertura più significativa, intorno al 50 per cento, blindata da protocolli ormai collaudati e da presidi organizzativi all’altezza della sfida. È intorno a queste due percentuali che dovrebbe attestarsi la riapertura anche se sull’interpretazione dei dati ci sono letture e approcci diversi. Proprio per questo, fra Federcalcio e Lega l’obiettivo è comune ma il percorso per arrivarci è differente. Forte del successo della lunga vertenza per le porte aperte all’Europeo, Gravina non vuole fare mosse false (oggi la questione non figura all’ordine del giorno del consiglio federale anche se inevitabilmente se ne parlerà) e vuole assolutamente evitare di partire forte in termini di capienza per poi essere costretti a frenare. Il pressing di Dal Pino pone anche il problema della difficoltà di lanciare le campagne abbonamenti in così poco tempo. Sottolineando poi il costo di una stagione e mezza con gli incassi da stadio azzerati (un’annata di Serie A vale circa 300 milioni di euro più i tagli in termini di sponsorizzazioni e di marketing, la Lega stima una perdita di 1,2 miliardi di ricavi).
Forza vaccini Ad aiutare la causa della riapertura c’è il fatto che manca quasi un mese e mezzo al via della Serie A e che la campagna vaccinale potrebbe tagliare nuovi traguardi: quel 42,2 per cento di soggetti vaccinati con due dosi potrebbe essere incrementato in modo massiccio. Un valore aggiunto che il calcio potrebbe in qualche modo stimolare soprattutto fra i giovani.
Valerio Piccioni
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