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Preghiere, desideri e curiosi alla visita al Muro del Pianto. E tutti inseguono Mou

Preghiere, desideri e curiosi alla visita al Muro del Pianto. E tutti inseguono Mou - immagine 1
La comitiva giallorossa vorrebbe una privacy che il calcio sembra non poter regalare

Redazione

Arrivano in gruppo all’improvviso, attraversando i controlli del lato meridionale del piazzale. Le loro ombre sono piccole e nitide, perché il sole delle 15.30, qui a Gerusalemme, sa essere ancora alto e feroce, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport.

È la Roma, o meglio, quella delegazione che ha scelto di lasciare per qualche ora il fresco “condizionato” dell’hotel di Tel Aviv per andare a visitare il Muro Occidentale, come viene chiamato dagli israeliani, ma che quasi tutto il mondo conosce come il Muro del Pianto.

Sacro e profano, in questa zona, sono abituati a convivere, ma la calca intorno a José Mourinho e la sua corte di fedelissimi innesca piccole frizioni in un luogo che sarebbe deputato alla preghiera. Ciò che resta del Tempio di Gerusalemme, infatti, è quanto di più sacro la Città Santa esprimere per gli ebrei. E se a Tel Aviv costumi da bagno e movida paiono ricucire lo spazio che separa Israele dall’Occidente, kippah, cernicchi, abiti neri e pile di Torah a disposizione di chi volesse pregare davanti alle pietre millenarie, riconducono al senso del sacro. Quello che la passeggiata nel mercato che si attraversa per arrivarvi dalla Porta di Jaffa annacqua negli affari. Ma dirigenti e giocatori - Mancini, Rui Patricio, Bove, Boer, Vina, Ibanez, Spinazzola e Dybala (cercatissimo dai “selfiesti”) - vorrebbero una privacy che il calcio sembra non poter regalare. I fotografi e i cameraman israeliani, soprattutto, sembrano agguerritissimi arrivando a discutere con la polizia. Per allentare la pressione, soprattutto intorno a Mourinho, la comitiva entra nell’Aish World Center, una scuola di studio della Torah che si trova proprio dinanzi al Muro, dove trovano a accoglierli il ministro del Turismo, Yoel Razvozov, che li intrattiene con saluti e spiegazioni. Escono dopo pochi minuti, ma persino la sicurezza non regge l’urto di turisti, curiosi e giornalisti, così il gruppo - quando si avvicina al Muro - si innervosisce.