rassegna stampa

Prandelli: “Con la Roma errore clamoroso dell’arbitro. Zaniolo un predestinato”

LaPresse

Il tecnico del Genoa torna sul rigore non fischiato a Pandev: "Florenzi, inquadrato, che sembra dire :“Caspita mi hanno beccato, purtroppo l’ho fatta grossa”"

Redazione

Domenica l'incontro con la sua ex squadra. "Una grande emozione sfidare la Roma" ha dichiarato Prandelli, anche se alla fine non è andata come sperava. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport, il tecnico rossoblù ha parlato della sua nuova avventura:

Le fa impressione che dall’inizio del campionato solo quattro ragazzi italiani under 21 siano entrati in campo?

Quando Mancini ha convocato Zaniolo in nazionale ci sono state mille polemiche. Per me è stata una geniale e vitale provocazione. Come a dire: ”Lo so che questo ragazzo che non ha ancora giocato in serie A, ma secondo me merita già la Nazionale. E io lo porto con me”. Ora tutti si sono accorti di questo ragazzo che ha numeri di eccellenza, è un predestinato. Mancini ha usato il coraggio per mandare un messaggio a tutto il movimento calcistico: i giovani ci sono, dobbiamo avere la determinazione di farli giocare.

La Var è una garanzia per gli arbitri in campo che si prendono inutilmente sulle spalle, per non consultarlo sempre, responsabilità enormi.

Se c’è qualcosa che l’arbitro non vede il Var deve chiamare e invitare a rivalutare. Poi è l’arbitro, non altri, che decide. Ma ora che possiamo, perché non sfruttare fino in fondo la tecnologia? L’altra sera è stato un errore tecnico clamoroso. Veramente clamoroso. Se si riguardano le immagini si vede Florenzi, inquadrato, che sembra dire :“Caspita mi hanno beccato, purtroppo l’ho fatta grossa”. Ma sia chiaro. Gli arbitri sbagliano come i giocatori. Ma diversamente da loro possono correggersi, grazie alla tecnologia. Però noi non ci sentiamo vittime, assolutamente no. Perché se dovessimo pensare questo diventerebbe veramente un problema ogni domenica. C’è stato esclusivamente un errore tecnico. Grave per noi, ma un errore.

Noi ci siamo conosciuti in un momento per lei molto difficile, quando venne ad allenare la Roma e poi si dimise per stare vicino a sua moglie malata. Come ricorda quei giorni?

Ricordo i primi momenti dopo la scelta della Roma. Un entusiasmo pazzesco da parte di tutta la famiglia. Poi, quando abbiamo saputo che Manuela doveva fare un ciclo di cure molto pesanti, ci è crollato il mondo addosso. Ovviamente io le avevo detto che sarei rimasto comunque sempre con lei. E’ quello che ho fatto. Il calcio è la mia professione e la mia passione. Ma gli affetti, la famiglia sono di più. Sono la mia vita.