rassegna stampa

Da Pjanic a Strootman. Ecco come la Roma ha sequestrato il pallone

A Udine si sono viste tutte e due le cose. S’è visto Rudi Garcia giocarsela con la forza del possesso palla e vincerla con la mossa dei triangoli in mezzo al campo.

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Non si capisce davvero se sia più insolito scovare un principe che fa la lavatrice o un numero 6 muoversi da trequartista. A Udine si sono viste tutte e due le cose. S’è visto Rudi Garcia giocarsela con la forza del possesso palla e vincerla con la mossa dei triangoli in mezzo al campo, protagonisti Strootman e Pjanic. L’allenatore ha fatto (anche) il croupier, da buon francese: il banco sono io, venite voi a vincere alla roulette. Perché quando il centrocampo della Roma muove il pallone nella maniera corretta, diventa difficile per gli avversari trovare la misura del pressing e magari rubare pure il pallone. Difficile quasi come indovinare il numero giusto alla roulette. E Stramaccioni non l’ha mai azzeccato, pur sperimentando nel secondo tempo vie alternative: «rien ne va plus», la Roma la partita l’ha impostata così e così l’ha vinta, al netto delle polemiche arbitrali e degli episodi da moviola. Una strada non certo inedita, ma resa ancor più necessaria dall’assenza di Gervinho: se manca la freccia che cambia rapidamente il versante di gioco, non c’è altra via che alzare il baricentro e provare a giocare il pallone nella metà campo avversaria, in attesa dell’imbucata giusta. Così è stato, prima che le gambe cedessero un po’ e l’Udinese tentasse nel finale il tutto per tutto.

GLI INTERSCAMBI  Quella è poi diventata un’altra partita. Quella prima, quella impostata a tavolino, ha visto il rilancio a sorpresa di Strootman, tornato ad essere un giocatore. S’è visto subito, s’è capito dal primo tocco di pallone — non solo dal calendario — che da Roma-Sassuolo era trascorso ormai un mese. La lavatrice ha ricominciato a girare, se non al massimo, di sicuro a un ritmo considerevole. Almeno sufficiente per la Roma, al punto di rinunciare per 90 minuti a Nainggolan. Fuori il motore belga, dentro il diesel olandese, che si è scaldato presto. Lui e Pjanic, il principe, hanno spesso trasformato il 4-3-3 di base in 4-2-3-1. E i due si sono alternati nella posizione di trequartista. Non solo il bosniaco ad affiancare Totti dietro le punte, dunque. Ma spesso e volentieri, magari anche più del compagno di reparto, in posizione avanzata è finito proprio Strootman. La mossa era questa: Pjanic si abbassava in molte occasioni vicino a De Rossi per iniziare l’azione, proprio mentre l’olandese si inseriva centralmente per andare a ricevere l’imbucata. E di lì la giocata successiva in direzione Iturbe o Ljajic. Sulla trequarti, in quei metri di tutto e nulla, la difesa a tre dell’Udinese quasi mai riusciva a uscire in anticipo e i centrocampisti di Stramaccioni non hanno mai davvero preso le contromisure. I numeri ne sono la conferma: 72 passaggi positivi per Pjanic, 66 per Strootman. Tanto per rendere l’idea: il migliore dell’Udinese è stato Danilo, un difensore, con 40. La Roma ha tenuto in mano la partita, a centrocampo ha confuso le idee all’avversario. E quando l’Udinese ha provato a rendersi pericolosa, Strootman è tornato anche nella versione classica, recuperatore di palloni: 13, nessuno come lui ieri in campo. Per carità, non è ancora l’olandese del pre infortunio. Ma per Garcia è già abbastanza, nella settimana che porta dritta al derby.