Quella domenica di settembre del 2011, c’erano talmente tanti giocatori all’esordio con la Roma — la prima dell’era americana e di Luis Enrique —, che la presenza di Miralem Pjanic passò quasi inosservata. Anche perché, più che a pensare ai singoli, i tifosi della Roma da un mese si preoccupavano delle sventure della squadra, già eliminata dall’Europa League prima ancora del blitz del Cagliari firmato da Daniele Conti (sì, sempre lui) ed El Kabir. Oltre al bosniaco, fu l’esordio in A per Stekelenburg, José Angel e Heinze dal 1’, a cui si aggiunsero a partita in corso anche Gago e Borini. Di tutti loro, tre anni e un mese dopo, non è rimasta traccia: Pjanic, invece, di strada ne ha fatta eccome. La prossima tappa è a tre cifre: contro la Sampdoria, a cui lo scorso segnò anche un gol su punizione (finì 3-0), domani sera toccherà quota 100 in Serie A, dopo averla già superata nove partite fa comprendendo anche le coppe. Era arrivato di corsa, al Policlinico Gemelli, per le visite mediche, il 31 agosto 2011, quando il mercato chiudeva alle 19 e bastava un intoppo pomeridiano per far saltare tutto.
rassegna stampa
Pjanic fa cento E Strootman rivede il pallone
Miralem Pjanic è l’unico «superstite» della prima Roma americana, quella di Luis Enrique, e contro la Samp taglierà il traguardo delle 100 presenze in Serie A
Infaticabile Novantanove partite e tredici gol dopo, Pjanic è l’unico «superstite» di quella Roma, è diventato il secondo giocatore più pagato della rosa (dopo De Rossi) e ha pure coronato il sogno di giocare un Mondiale. Se l’iniziale abbondanza a centrocampo faceva pensare alla possibilità di far rifiatare tutti, l’assenza di Strootman e gli infortuni di De Rossi (prima) e Keita (poi) hanno praticamente annullato ogni speranza di riposo per lui e Nainggolan (che ieri ha detto: «Possiamo solo migliorare»). Quella di domani, per Pjanic, sarà già la 14a partita stagionale: sette in campionato (subentrato solo contro il Cagliari), tre in Champions (soli 10’ saltati contro il Bayern) e tre di qualificazione all’Europeo con la nazionale. Inevitabile che la stanchezza ci sia, ma le alternative scarseggiano: Uçan deve abituarsi ai ritmi e soprattutto a comunicare, a Paredes potrebbe toccare mercoledì contro il Cesena, non a Genova in quello che — almeno a guardare la classifica — è uno scontro diretto.
Jolly Strootman Con il rientro di Kevin Strootman (ci vorrà ancora un mese) e Keita (ha aumentato i carichi, ma è difficile che strappi una convocazione in extremis per Marassi), le opzioni per Garcia aumenteranno. Ieri, intanto, l’olandese ha giocato per intero la partitella, da «jolly», quello che indossa il fratino non fa contrasti perché crea superiorità numerica alla squadra in possesso palla. Un altro piccolo passo; lo stesso che domani basterà a Pjanic per fare 100.
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