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La Gazzetta dello Sport

Petrucci: “Io laziale alla Roma per Andreotti, impazzii al gol di Totti nel 2006”

Petrucci: “Io laziale alla Roma per Andreotti, impazzii al gol di Totti nel 2006” - immagine 1
L'ex dirigente giallorosso, che non ha mai rinnegato la sua fede calcistica ha raccontato la sua corsa sulle scale dello stadio di Kaiserslautern per abbracciare lo storico capitano della Roma
Redazione

Gianni Petrucci, ex presidente del Coni e adesso alla guida della Federbasket, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha raccontato il percorso della sua carriera, ricordando anche, da laziale, il suo passato alla Roma.

È stato vice presidente della Roma. Lei, laziale...

"Un'idea di Andreotti. Mesi di contestazione e due vigilantes che mi seguivano ovunque".

Laziale da sempre?

"Lazialotto. Andavo a salutare la squadra che partiva per le trasferte dalla Stazione Termini, seguivo gli allenamenti a Tor di Quinto. Ricordo il gol di Seghedoni annullato in un Lazio-Napoli perché c'era un buco nella rete e così la palla uscì dalla porta dopo che vi era entrata. Ero in curva, come sempre".

Il basket resta sempre la sua passione, non foss'altro perché è ancora presidente Fip.

"Certo. E mi arrabbio quando ci sminuiscono. Dopo il calcio, nel mondo è lo sport più conosciuto".

Emozioni da ricordare?

"Il Mondiale di calcio vinto nel 2006. Nel basket i due successi agli Europei con Gamba e lanjevic".

Una partita indimenticabile.

"Italia-Australia sempre del 2006, a Kaiserslautern. Al rigore di Totti, al 95', impazzii totalmente, feci le scale di corsa e scesi in campo ad abbracciarlo. Mi rovinai il vestito ma chissene fregava".

Delusioni?

"Un bel po' di casi di doping. I nomi li conoscete, non mi va di citarli tutti. Purtroppo c'è anche Maradona, per me il più grande di tutti, altro che Pelé".