rassegna stampa

Petrachi indagato, rischia lo stop di un anno

LaPresse

Il ds salentino avrebbe trattato la cessione di Dzeko quando era ancora un tesserato del Torino

Redazione

Tre indizi fanno una prova, ma due bastano a generare più di un sospetto. Soprattutto se il primo, in pratica, è un’ammissione di colpevolezza. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il 10 settembre, durante la presentazione di Mkhitaryan, Gianluca Petrachi fu particolarmente loquace. Troppo. Al ds salentino scappò un particolare a proposito della trattativa condotta con l'Inter per la cessione di Edin Dzeko. Le parole dell'ex Torino fecero riferimento all'inizio a dei colloqui con la dirigenza nerazzura relativi al mese di maggio, quando era sotto contratto con il Torino (se ne sarebbe liberato solo il 25 giugno, al termine di una trattativa faticosa, per concessione del presidente Urbano Cairo e cessione, da parte della Roma, di un paio di talenti della Primavera). La frase, riportata da alcuni quotidiani, è finita sul tavolo del Procuratore federale, Giuseppe Pecoraro. E a quel punto, come prevede il Codice di giustizia sportiva, l’apertura di un’indagine a carico di Petrachi e della Roma è stata una logica conseguenza.

Come se non bastasse, un video ancora facilmente rintracciabile online inchioderebbe il d.s. giallorosso, in un c’è viaggio galeotto a Madrid per illustrare a Paulo Fonseca le ambizioni della Roma. Era il 4 giugno, tre settimane prima che il d.s. riuscisse a risolvere il suo rapporto con il Torino. Un’altra circostanza infelice e un ulteriore indizio. Sarà complicato spiegarla al Procuratore federale, che nei prossimi giorni convocherà Petrachi e, forse, anche i dirigenti granata (possibile la presenza Cairo). L’obiettivo di Pecoraro è quello di ripercorrere, ricostruire esattamente i passaggi cronologici,motivo per cui ha chiesto alla Lega di A di fornirgli le date dei tesseramenti con Torino e Roma. L'ex Torino ha il diritto di chiedere, primo o dopo l'eventuale deferimento, un patteggiamento (sempre che l’accusa sia d’accordo), da sottoporre al vaglio della Procura del Coni o, qualora la richiesta arrivasse dopo il deferimento, al Tribunale federale. Nel caso di condanna, il d.s. della Roma rischia dall’ammenda all’inibizione, cioè una squalifica, anche di un anno, lasso di tempo in cui non potrebbe operare per il club giallorosso né accedere agli spogliatoi durante le partite.