La sensazione è che dopo l’errore nel derby qualcosa, dentro di lui, sia cambiato. L’impressione che, in queste settimane,
rassegna stampa
Pau in risalita
L'errore nel derby pesa ancora, ma l'Europa ha aiutato Lopez
Pau Lopez fornisca a chi lo guarda è che le parate ci siano sempre, ma che poi, soprattutto nelle uscite, abbia perso un
po’ di serenità. Come se temesse, ancora, di sbagliare. Di certo le due partite senza incassare reti, con Gent e Lecce, sono state un’iniezione di fiducia. D’altronde, in questo momento, con l’esperto Mirante infortunato, Pau Lopez non può neanche permettersi di riposare. A patto che poi sia questo a servirgli. Come riporta Chiara Zucchelli su 'La Gazzetta dello Sport', è un portiere molto presente nella Roma, in campo e fuori. L’estremo difensore è uno che non si fa problemi a tirar fuori la personalità. Anche quando deve parlare, dice la sua senza remore. E per questo tutti sono convinti, a Trigoria, che quel pallone sfuggito dalle mani contro la Lazio non abbia valore.
Pau Lopez, tra l’altro, è fondamentale per il gioco di Fonseca. Non soltanto per come comanda la difesa, o per come para, ma anche per la sua capacità di essere il primo regista della squadra. Senza esagerare, però, come ha ammesso lo
stesso Fonseca dopo il Gent. Anche perché è vero che ha sbagliato qualche rinvio di troppo, ma è vero anche che raramente trovava le vie di passaggio libere. I numeri lo certificano: l’ex Betis ha toccato il pallone, nell’andata di Europa League, 38 volte per effettuare passaggi, con una media realizzativa del 71% (27 palle giuste). Pellegrini, per dire, ha fatto peggio con 24 passaggi riusciti su 28 tentati. Pau Lopez sembrava, a tratti, un portiere di calcetto, e questo per una squadra che fa della forza offensiva il suo fulcro rischia di essere un limite.
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