Stavolta è vietato tergiversare, stavolta non si può più sbagliare, scrive Andrea Pugliese su Del resto, la vicenda Mkhitaryan ha lasciato il segno e lo stesso José Mourinho non manca occasione per sottolineare quanto gli manchi quest’anno il fantasista armeno. E allora la Roma ha deciso di non voler vivere con Chris Smalling lo stesso stillicidio delle due ultime stagioni, quando prima Micki comunicò alla Roma il rinnovo nell’ultimo giorno utile (estate 2021) e poi decise di non avvalersene (2022), optando per la soluzione-Inter.
La Gazzetta dello Sport
Partito l’ultimatum a Smalling: la firma sul rinnovo o una decisione rapida
Stavolta, però, la Roma è pronta a mettere dei paletti ben fissi. Anzi, per alcuni versi li ha già messi, visto che la dirigenza ha già proposto un rinnovo del contratto a Smalling per altri due anni, fino al 2025, spalmando ovviamente l’ingaggio attuale, che è di 3,5 milioni più bonus (che lo portano sostanzialmente a girare intorno ai 4 annuali). Se invece Smalling volesse firmare per un solo altro anno, come previsto dalla clausola in essere nel suo contratto, la Roma è pronta a farlo anche subito, alle stesse cifre attuali. Di certo, però, non aspetterà giugno per capire cosa dover fare con il difensore inglese. E anche questo il g.m. Tiago Pinto lo ha già detto a Chris. Nel momento in cui scatterà ufficialmente la soglia del 50% di presenze ufficiali la Roma è disposta a concedere a Smalling al massimo 45-60 giorni, termine entro il quale vuole una risposta definitiva.
Ma quando scatterebbe la fatidica soglia? Ad oggi Smalling ha giocato 21 partite, molto ovviamente dipenderà dal percorso che la Roma farà nelle due coppe (Europa League e Coppa Italia). Dovesse arrivare fino in fondo in entrambe, il totale delle partite giallorosse sarebbe 58, il che vuol dire che alla 29a presenza ci saremmo.
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